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Cura della batteria di avviamento

Se può esserti utile credo che le batterie della Arexons abbiano i tappi a croce.
Domani vedo se riesco a controllare!
O magari qualcun altro può confermare o meno questa cosa!
 
Io sono rimasto a piedi con il densimetro che segnava verde(se si chiama densimetro l'occhiello di controllo).
La batteria era messa così male che l'auto non partiva nemmeno a spinta.
Se sei attrezzato metterla in carica in modalità repair può valere la pena, ma col caldo e l'uso del clima rischi di rimanere a piedi.
Prendi una batteria nuova e tre o quattro volte all'anno la ricarichi al 100% curandola come suggerito nel tutorial di gioe, ma questa secondo me rischia di lasciarti a piedi all'improvviso.
 
@Puntazzo alcune batterie "senza manutenzione" in realtà la consentono, perchè sotto agli adesivi hanno tappi a vite e non ad incastro.
In ogni caso, 7 is enough e cercare un ricambio con pazienza ed attenzione ti consentirà di salvare qualche decina d'euro.
Infine, fai controllare appena puoi anche l'alternatore.
 
Se può esserti utile credo che le batterie della Arexons abbiano i tappi a croce.
Domani vedo se riesco a controllare!
O magari qualcun altro può confermare o meno questa cosa!
ora cerco, grazie del feedback.

La batteria ha 7 anni quindi oggettivamente è vecchia, prima di sostituirla però, mi sarebbe piaciuto acquistare uno di questi cosi e provare la vecchia batteria.

https://it.aliexpress.com/item/3277...earchweb0_0,searchweb201602_,searchweb201603_

Non so cosa ne pensate voi. A lavoro ne abbiamo uno professionale con scontrino che esce alla fine del test, strumento di una nota marca che si utilizza nelle officine attrezzate (anche costoso).

Però dalla cina si trovano a prezzi stracciati. Saranno funzionanti e attendibili? Vorrei quasi prenderlo per vedere se da riscontri simili a quello professionale.
 
@Pike l'alternatore sembra andare. O almeno con il tester i valori sono in linea a motore acceso.

Volevo (ri)chiedervi: secondo voi l'apparecchio che ho linkato sopra, può essere più utile di un tester/multimetro?

Dà una stima della capacità effettiva della batteria ed ha varie funzioni di test (tra cui anche valutazione funzionamento alternatore e della capacità della batteria di avviamento). Rimango perplesso dal costo: un apparecchio professionale di questo tipo costa dai 150/200€ in su. La differenza sarà nella costruzione e nell'affidabilità e durata dei componenti, o proprio nel principio di funzionamento?

Non so se è chiaro cosa intendo, da non esperto di elettronica mi fermo qui. Può valere la pena acquistarlo? (lo userei periodicamente per controllare stato batteria delle 3 auto in casa + moto/scooter). Per la cura della batteria mi pareva una bella idea.
 
Dallo strumento linkato magari non ci si può aspettare la precisione di uno professionale, ma non credo che s'inventi i valori.
Sicuramente dietro la differenza di prezzo c'è una qualità diversa. Personalmente non ho mai avuto a che fare con strumenti del genere (ne cinesi, ne professionali).
Per la cifra in ballo e per l'uso che ne farai potrebbe valerne la pena: nella più nera delle ipotesi hai buttato solo 20 Euro, non 200. In più hai il vantaggio di poter confrontare i risultati con uno strumento serio e valutare quanto sia valido quello cinese.
 
Sto giusto testando uno di quegli apparecchi e mi sembra dia risultati molto attendibili.
Proviene da amazon ma penso che quelli di aliexpress siano uguali
 
Sfruttando i miei "appigli" nelle auto officine, sono riuscito a confrontare un economicissimo apparecchio di test batteria da 35 euro su amazon, con un apparecchio ufficiale Vag, dal costo di circa 20 volte superiore.
Beh, non ci credevo, ma i risultati forniti sono pressoché sovrapponibili.

Il dubbio che mi rimane è come questi apparecchi, professionali e non, riescano a risalire al valore di corrente di spunto della batteria.
Sia quello ufficiale Vag che quello cinese di amazon richiedono l'inserimento dello standard di misurazione dello spunto.
Da quel poco che so, lo standard meno restrittivo è EN1, e poi ce ne sono molti altri, EN2, SAE, DIN, IEC ecc...
Sempre da quel poco che so, tra i diversi standard, cambia il tempo per il quale è richiesta alla batteria la corrente di spunto. Più lungo è questo tempo e più bassa è la corrente di spunto.
Quindi la stessa batteria, potrà essere una 500A EN1, ma solo una 280A IEC (cifre messe quasi a caso).

Ma come fanno questi apparecchi a simulare i test EN1 piuttosto che SAE o IEC e azzeccarci?


Ho anche provato a rabboccare il liquido in una batteria da supermercato Rhutten, ma aprendo i tappi non ho notato elementi scoperti. Quindi penso che l'unico modo per tentare di recuperarla (il test batteria la dà per spacciata, con 230A EN su 380 dichiarati) sia affidarla ad un desolfatatore....
Mentre sulla Bosch S4 (cappuccio blu) ho appreso che i tappi sono saldati e quindi non apribili ☹️
 
Secondo me semplicemente misura la resistenza interna e ricava da essa il valore di spunto.
 
Può essere, ma quindi anche gli apparecchi professionali seguono lo stesso metodo?
 
Beh, credo che l'unico modo per aumentare la corrente erogabile, sia in spunto che in modo continuo, sia abbassare la resistenza interna. Sulle batterie al litio dei modelli radiocomandati c'è un parametro sulle etichette, chiamato "C", che è la misura della corrente erogabile dalla batteria in modo continuo senza che la tensione crolli. Più questo C è alto, più alta è la corrente che la batteria riesce a dare. Ci sono dei caricabatterie che riescono a fornire la resistenza interna delle singole celle delle batterie. Secondo me il principio è lo stesso anche per quelli al Pb professionali.
 
Sfruttando i miei "appigli" nelle auto officine, sono riuscito a confrontare un economicissimo apparecchio di test batteria da 35 euro su amazon, con un apparecchio ufficiale Vag, dal costo di circa 20 volte superiore.
Beh, non ci credevo, ma i risultati forniti sono pressoché sovrapponibili.

Il dubbio che mi rimane è come questi apparecchi, professionali e non, riescano a risalire al valore di corrente di spunto della batteria.
Sia quello ufficiale Vag che quello cinese di amazon richiedono l'inserimento dello standard di misurazione dello spunto.
Da quel poco che so, lo standard meno restrittivo è EN1, e poi ce ne sono molti altri, EN2, SAE, DIN, IEC ecc...
Sempre da quel poco che so, tra i diversi standard, cambia il tempo per il quale è richiesta alla batteria la corrente di spunto. Più lungo è questo tempo e più bassa è la corrente di spunto.
Quindi la stessa batteria, potrà essere una 500A EN1, ma solo una 280A IEC (cifre messe quasi a caso).

Ma come fanno questi apparecchi a simulare i test EN1 piuttosto che SAE o IEC e azzeccarci?


Sugli standard EN1, EN2, IEC, DIN (ce l'avevamo, potevamo tenercelo), CCA ecc. e corrispondenze c'è un trhead ad hoc.
Penso che nei tester economici e non quel valore venga utilizzato come uno dei parametri per restituire lo SoH (stato di saluti) della batteria testata. Se testo una batteria con un valore X e il tester mi dice che il valore rilevato è di X o superiore la batteria è buona.

Quegli aggeggi si basano sulla misurazione (o meglio su una o più misurazioni) della resistenza interna della batteria. E qui si apre un discorso ampio, perché quella caratteristica è una delle principali per dedurre il possibile valore di spunto della batteria. Da quel valore di resistenza interna deducono lo spunto della batteria.

Per resistenza interna della batteria si può intendere, appunto, la c.d. resistenza in CC (quando si parla di sola resistenza in CC ci si capisce di più se ci si riferisce a corrente di picco o corrente di corto circuito) che è la più facile da verificare. Basta un multimetro e un resistore di valore certo ed adeguata potenza. Misuri la tensione a vuoto (es. 12,1V), misuri la tensione col carico della resistenza certa (es. 12V - 10Ohm), sai che il modello che stai valutando è formato da una batteria ideale con in serie una resistenza X, quindi basta la legge di Ohm per valutare che (a quella temperatura) la resistenza in CC della batteria è 0,083Ohm o 83mOhm (se non ho sbagliato i calcoli).

Ci sono parecchi "ma". Come non esiste un generatore ideale in CC, così non esiste una batteria che possa essere semplificata come un generatore ideale in CC con in serie una resistenza ideale. All'interno della batteria ci sono infatti anche reattanze capacitative ed induttive. Il modello più semplice aggiunge alla resistenza in serie un'ulteriore elemento formato da un parallelo tra una resistenza ed una capacità, facendo finta che l'induttanza non esista o sia comunque trascurabile. Per misurare quell'elemento non basta l'esperimento della resistenza di cui sopra. Trattandosi di una reattanza la si misura in funzione di una frequenza. Ed infatti quei tester generano una tensione di una o più frequenze e sulla base dello sfasamento rilevato deducono quella capacità, e calcolano la serie ed il parallelo di resistenze e capacità. I modelli più evoluti lavorano su più frequenze e su più misurazioni. Gli economici possono anche fermarsi ad una solo frequenza.

Poi c'è anche il modello ancora più complesso che tiene conto anche dell'induttanza e qui i calcoli che deve fare il tester si fanno ancora più complessi.
 
Ho messo in carica per piu di 2 settimane 2 batterie una da 50Ah e un altra da 60Ah con 2caricatori lidl uguali stesso modello solo che uno è piu piccolo ( quelli rossi) e ho notato che la prima batteria ha raggiunto la carica completa dopo 4giorni ed è andato in mantenimento fino a ritornare a 12.9 V... invece l altra batteria non completa mai la carica ed è arrivata a 14.6 ( col tester 14.5) ben oltre il programma auto selezionato e che dovrebbe arrivare a 14.4 V.... E con la carica ancora lampeggiante... Ho provato anche a meta settimana a scambiare i caricatori ma il risultato è identico... Sarà che una batteria non raggiunge la carica completa perche piu vecchiotta?
 
Bisognerebbe sapere la logica dei caricabatteria. Nel senso che spesso c'è una fase a carica costante o una che comunque continua a dare una tensione di carica finché la corrente erogata dal caricatore (e si presume assorbita dalla batteria) non scende sotto un certo valore.
Se i tuoi caricabatteria continuano a dare lo stesso valore di tensione o un valore di carica finché l'assorbimento (=la corrente erogata dal caricatore) non scende sotto quel certo livello e non è previsto alcun errore dopo un tot di tempo, il problema è della batteria o di una dispersione in qualche punto del circuito.
 
Infatti a questo punto l apparecchio non ha un blocco erogazione quando la tensione supera i 14.4 V e la batteria continua a richiedere corrente non completando mai la carica
 
Tanto varrebbe "buttare" due spicci in un desolfatatore...
 
Non so se è il thread corretto per la mia richiesta, eventualmente chiedo ai moderatori di spostare in apposito thread.
Qualche giorno fa ho dimenticato le luci dell'auto accese per più di 24h e, ripresa la macchina, la batteria non dava più segni di vita. Si tratta di una bosch S4 001 silver 44Ah 440A di produzione settembre 2018 ed installata a luglio 2019, quindi con neppure 2 anni di vita. Avevo urgenza di usare l'auto quindi ne ho immediatamente presa una nuova però ho conservato la bosch.
Premetto che ancora non ho neppure avuto opportunità di misurarne la tensione (sono fuori sede e dovrei acquistare un tester), vorrei chiedervi se si possono effettuare prove per stabilire se è ancora recuperabile prima di portarla in isola per lo smaltimento. Eventualmente potrei valutare l'acquisto di un caricabatterie economico (lidl?) se ci fosse sufficiente probabilità di resuscitarla, magari la ricarico ogni tanto e la metto in baule per future emergenze come quella appena successa. Che ne pensate?
 
Si parte dal multimetro, costa veramente pochi soldi. Tensione, resistenza. Ma vista l'età, eviterei di spendere i soldi e comprerei direttamente un caricabatterie economico, in rete se ne trovano da 20-30 euro.
Per il multimetro: proprio nessuno che te lo possa prestare 10 minuti?
 
Sì, infatti oggi di ritorno ne prendo uno economico dai cinesi per la ddp però... per la resistenza? Sono molto ignorante in materia, eventualmente correggetemi, ma non è troppo poca la corrente che manda il tester per avere una misura di resistenza sufficientemente affidabile per un dispositivo del genere? Sempre se non erro, la corrente di spunto sta su quei 440A dichiarati in targhetta; istruitemi!
Altra domanda da ignorantone (e forse potenziale criminale!): avrebbe senso, dopo aver mandato la batteria nuova a regime di carica, collegarvi la bosch usando i cavi d'avviamento?
 
Ti consiglio di fare la cosa più semplice di questo mondo: appena puoi, porta la batteria scarica da un buon elettrauto, falla ricaricare e chiedigli se è ancora in buono stato. Secondo me la batteria è salvabile. Poi, con calma, se lo ritieni opportuno, ti puoi attrezzare di caricabatterie, anche economico, meglio ancora se con funzione di mantenimento carica.
 
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