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Bricolage non automobilistico

Fino ad ora non mi è mai capitato che si rompessero. Ma siccome penso siano fatti di lega Zamak, cioè la sorellastra cessa dell'alluminio, la cosa più turpe mai inventata nella metallurgia, non mi stupisco della cosa.
Per estrarlo, comunque, svitol e wd40 sono sempre nostri alleati
 
Ok, lo so: sempre la solita solfa. Probabilmente nessuno ha più in casa torce "vecchia maniera" come questa. Neanch'io ricordavo più di averla: pensavo di averla buttata quando si è fulminata la lampadina, e invece...

...è tornata a vivere con mezz'ora scarsa di lavoro e una spesa circa pari al costo di una batteria nuova da 4,5V. Solo che adesso è dotata di un led, che non si rompe se la torcia prende una "botta" mentre è in uso, e una batteria ricaricabile (che fra l'altro assicura una maggiore autonomia).

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Questi sono gli upgrade che mi piacciono, però avrei preferito vederci qualche circuito tipo ricarica protezioni varie ecc.
 
In questo caso ho voluto mantenere la semplicità.
 
Ne ho due, una decisamente vetusta, l'altra di una decina di anni, esistono dei porta batterie che sostituiscono la batteria da 4,5 volts con 3 batterie stilo in serie, adottati con pochi euro. Lampadine mai cambiate ma...le uso pochissimo ovviamente.
 
@buonsm Se la batteria è una 18650, sta tranquillo che la semplicità è l'ultimo dei tuoi problemi ;)
Se la carichi "quando si scarica", cioè aspettando che si spenga un led significa far scaricare la batteria a 2,5v, e sono davvero troppo pochi.
3-4 cicli di ricarica e puoi buttare la batteria :)

A meno che non stai a misurare dopo ogni utilizzo il voltaggio col voltmetro per poi caricarla se sotto una certa soglia.

Quello che mi preoccupa di più, come se abusare della scarica di una batteria non fosse abbastanza, non c'è protezione da sovratensioni, cioè se va in corto la batteria fai il botto. Perché le celle 18650 lo fanno.

Se vuoi risolvere tutto con 3-4€ piglia un modulo TP 4056 col regolatore di uscita integrato tipo questo:

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Colleghi la batteria ai suoi terminali, dal potenziometro ti imposti il voltaggio di uscita e lo colleghi il led.

Ovviamente se usi le stilo il pippone non conta, ma una stilo da 1,5V non accende i LED (da 3,5v) da sola...
 
DicOk, lo so: sempre la solita solfa. Probabilmente nessuno ha più in casa torce "vecchia maniera" come questa. Neanch'io ricordavo più di averla: pensavo di averla buttata quando si è fulminata la lampadina, e invece...

...è tornata a vivere con mezz'ora scarsa di lavoro e una spesa circa pari al costo di una batteria nuova da 4,5V. Solo che adesso è dotata di un led, che non si rompe se la torcia prende una "botta" mentre è in uso, e una batteria ricaricabile (che fra l'altro assicura una maggiore autonomia).

Vedi l'allegato 36956
Vedi l'allegato 36957
Vedi l'allegato 36958
Vedi l'allegato 36959
Fichissima. Fa molto anni 80 questa :D.
 
@FrancescoG92 ciò che dici non fa una piega e infatti è quello che metto sempre in atto per applicazioni che devono funzionare un po' più che "benino". Con quest'aggeggio, in tutta onestà, mi sono solo voluto divertire un po'.
 
Domanda micro OT.
Ma un compressore da auto di quelli da 12v si può convertire a rete casalinga?
Se si sarebbe all 'altezza di un ignorante (cioè io)?
 
Sì. Basterebbe un normale adattatore da 220V ad accendisigari, o un alimentatore switching di amperaggio adeguato a 12V.
 
Ottimo.
Ho preso un compressorino per le gomme della bici ma che è utile anche per tenere la pressione delle gomme dell'auto e non volevo essere vincolato all'accendisigari.
 
@FrancescoG92 ciò che dici non fa una piega e infatti è quello che metto sempre in atto per applicazioni che devono funzionare un po' più che "benino". Con quest'aggeggio, in tutta onestà, mi sono solo voluto divertire un po'.
Io ci avrei ficcato un porta batterie per 3 stilo. Così puoi usare alcaline o ni-mh e ti eviti tutti gli sbatti del litio. 😁
 
Veramente le NiMh son ben più sbatti delle litio, vista l'autoscarica...
 
Io ci avrei ficcato un porta batterie per 3 stilo. Così puoi usare alcaline o ni-mh e ti eviti tutti gli sbatti del litio. 😁
Ma si ma anche 3 banalissime AA, magari ricaricabili, sono comunque meglio di una 18650 senza protezioni di nessun tipo...
Messaggio doppio unito:

Ottimo.
Ho preso un compressorino per le gomme della bici ma che è utile anche per tenere la pressione delle gomme dell'auto e non volevo essere vincolato all'accendisigari.
Pensa la sf1ga, io ne ho comprato uno e non lo trovo più, me lo son perso in un appartamento di 50 metri quadri LOL LOL
 
E no eh! Sto cercando di togliermi il più possibile dalle scatole le AA/AAA e voi me le consigliate? LOL

Tornando alla torcia, ripeto, mi sono solo voluto passare mezz'ora di tempo: probabilmente (anzi, sicuramente) non la userò mai e la batteria andrà a finire in altri progetti più seri (o presunti tali). Fra l'altro, per usarla davvero, oltre a una sacrosanta protezione della batteria, servirebbe anche una sacrosanta protezione per il led. Senza contare che il corpo è tutto in metallo, quindi bisognerebbe prestare molta attenzione anche a quest'aspetto. Il tutto in cambio di una resa luminosa imbarazzante...

Passando invece a qualcosa di più funzionale, vorrei mostrarvi una stazioncina saldante che ho praticamente ricostruito. Il progetto non ha la minima pretesa estetica (credo non ci sia bisogno di specificarlo...), lo scopo è solo quello di mostrare come ho ottenuto una gemella della stazione saldante che ho già (l'elettronica a bordo è identica), compatibile al 100% con essa, spendendo circa la metà. Brutta si, ma giuro che funziona.

Questa è la stazione saldante per come si presentava in origine:
(Quando avevo vent'anni purtroppo compravo tante ca**ate. Questa è una delle tante.)
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In realtà definirla "stazione saldante" è improprio: questo era semplicemente un giocattolo pericoloso. Che poi si è rotto (...dopo essere stato scagliato contro un muro dal sottoscritto).

Dopo averla recuperata dal maxi-scatolo delle cianfrusaglie "da riparare", ho subito deciso di impiegarla per il progetto che avevo in mente da qualche tempo.
Trovare all'interno lo spazio per alloggiare la nuova elettronica è stato semplice: a parte una misera schedina elettronica da pochi centimetri quadrati e una piastra metallica di zavorra (che ho poi rimosso), era praticamente vuota.
Al posto della zavorra ho avvitato la scheda di alimentazione (la quale, giusto per la cronaca, pesa più della zavorra originaria), sfruttando una parte dei fori filettati preesistenti. La zona in prossimità del foro del potenziometro ho dovuto "bonificarla" dai punti di ancoraggio della scheda elettronica originale, e l'ho forata in modo da poter alloggiare la nuova scheda di controllo che comprende il display lcd e l'encoder. L'alberino di quest'ultimo fuoriesce esattamente dal foro dove c'era il potenziometro.
Posteriormente ho ritagliato lo chassis per alloggiare un interruttore di accensione (in origine si accendeva dallo stesso potenziometro) e, anteriormente, ho praticato un foro per fissare la presa a 4 poli per lo stelo.
Infine ho realizzato al volo, con dei listelli di legno, un alloggio per la famosa pagliuzza pulisci-punta (nelle foto la pagliuzza non c'è ancora perché il legno è ancora da rifinire e verniciare e non sono neanche sicuro se lo manterrò o lo sostituirò con qualcos'altro).
Tutto qui? Si.

Ecco il risultato (quasi) finito:
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Il prossimo step è quello di realizzare un cavo di prolunga per lo stelo. Forse aggiungerò/cambierò ancora qualcosa, ma al momento sono solo idee al vaglio.
 
Ho sempre pensato che il bricolage sia prima di tutto divertimento. Molto meglio se si riesce a ottenere anche una grande utilità. Stavolta giuro che le luci e i saldatori non c'entrano (o quasi). Se c'è di mezzo l'energia elettrica è solo perché si rende necessaria allo scopo.

A questo punto sarebbe logico spiegarvi cosa ho in mente e per quale motivo mi è venuta l'idea, ma voglio fare le cose al contrario, quindi per prima cosa vi mostro il "cuore" del sistema. Ci tengo a sottolineare (anche se si nota...) che il 95% dei componenti dell'intero progetto sono di recupero.

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Quello scatolotto nero fissato sul blocchetto di legno, su cui ho innestato un alberino (fatto a sua volta con un bussolotto da 8mm e un pezzetto di tubo rigido per l'irrigazione) proviene da una di quelle torce che si ricaricano con la manovella: in origine, al posto dell'alberino, c'era la manovella (che poi si è rotta ed è il motivo per cui ho dismesso la torcia) la quale, tramite una cascata d'ingranaggi, faceva girare il motorino che fungeva da dinamo e ricaricava la batteria.
Il bello di un meccanismo simile è che si può tranquillamente usare al contrario: dando corrente al motorino, l'alberino gira tramite la cascata d'ingranaggi. Dopo varie prove sono arrivato alla conclusione che quel meccanismo è praticamente perfetto per la mia applicazione.
Ma quale sarebbe questa benedetta applicazione? E' giunto il momento di parlarne.

Alle finestre del piano terra di casa mia ci sono delle veneziane la cui regolazione angolare dei listelli avviene tramite la rotazione di un'asta. Sotto una di queste finestre, che in origine era liberamente accessibile, abbiamo dovuto piazzare un mobile abbastanza profondo (quando serve sfruttare anche i millimetri non si può fare altrimenti). Così facendo, l'accessibilità all'asta della veneziana è diventata maledettamente scomoda: io che sono alto 1.80 (coi tacchi) ci arrivo a fatica, ma per mia moglie, che è più piccina, è praticamente off-limits. Il risultato è che spesso la veneziana non viene manovrata, ed è un peccato perché da quella finestra entra moltissima luce, soprattutto nelle ore pomeridiane.
Quindi, già da un bel po', avevo in mente di motorizzare il comando. L'accrocco che vi ho mostrato è esattamente quello che mi serve: l'alberino autocostruito verrà agganciato all'asta di comando e funzionerà tramite un piccolo controller, anch'esso autocostruito con materiali di recupero (o giù di li). Ovviamente il meccanismo verrà inserito dentro una scatoletta stagna, fissata a sua volta al davanzale, giusto per dare una parvenza un po' meno medievale.

Ecco qui il "controller", che poi verrà collocato in una posizione comodamente raggiungibile:
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(Forse qualcuno avrà riconosciuto il contenitore...)

Questo è l'interno:
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(Mancano solo i fili che portano la corrente al motorino perché non si è ancora stabilito con precisione dove mettere quest'affare).

Il funzionamento è di una semplicità estrema: il deviatore si occupa di scambiare la polarità della tensione fornita dalla batteria, in modo che il motorino possa girare in un senso o in un altro. Per rendere l'aggeggio più "cool" ho messo in parallelo al motorino un led "bidirezionale": in base al verso della corrente si accende rosso o verde, quindi segnala se il motorino sta girando in un in un senso o in un altro (apertura o chiusura della veneziana).

Adesso ciò che manca è la voglia di fare mille contorsioni per mettere definitivamente in opera il sistema...

Questa è la torcia da cui proviene il meccanismo. Potevo buttarla via? Si, ma non l'ho fatto. Quando si è rotta l'ho subito convertita con la solita batteria ricaricabile 18650, la solita scheda bms e il solito led bicolore che funge da indicatore di ricarica. E ne sono soddisfattissimo!

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In verde viene usata per cerotti idrocolloidali da vesciche.
 
Il brand è lo stesso…
 
Quindi distruggerai una torcia per ogni finestra di casa ? MMmmmh
 
L'idea è allettante... LOL
No, a dire il vero la torcia era rotta già da molto tempo. Semmai ho dato nuova vita (anzi, due nuove vite) a un oggetto che inevitabilmente sarebbe finito fra i RAEE.
 
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