@Piccions93 tecniche, metodologie e tecnologie possono
gestire il rischio presente, ma il rischio resta.
Ogni istante su questo pianeta avvengono cose molto rischiose: da aerei che volano, a gente che movimenta cavi di alta tensione, lavori in quota, movimentazione di veicoli pesantissimi, operazioni che implicano forze molto intense e pericolose.
Il perimetro della sicurezza aiuta ad evitare le situazioni di pericolo ed a mantenere sotto controllo quel che può capitare.
@vcifinel al di là del fatto che alcuni reattori "fermati" dopo il referendum post chernobyl in realtà non sono del tutto spenti (semplicemente, serve energia per gestirli ed è più conveniente sfruttare quella creata dal reattore piuttosto che sottrarla alla rete), e con questi livelli ridotti di produzione ci mette molto più tempo ad essere "esaurito" il combustibile...
in Italia stiamo già producendo rifiuti radioattivi, anche senza la produzione di energia tramite termonucleare: elementi radioattivi usati per sterilizzazione, cure mediche, diagnosi, esperimenti scientifici.
Stiamo già producendo e stoccando scorie simili a quelle che vengono lasciate al termine della fissione, per quanto in volume minore.
Per quanto riguarda la fusione, vi ricordo che le temperature che debbono essere raggiunte sono semplicemente fuori scala, comparate con (ad esempio) le temperature che raggiunge un altoforno metallurgico.
Nell'ultimo caso siamo attorno ai 2000°C, in un reattore a fusione come lo sperimentale ITER, si balla attorno agli 1,5
milioni di gradi. Se per qualche motivo il confinamento termico non va a buon fine, diciamo che ci vuole veramente un sacco d'acqua, perchè la zona attorno è MOLTO calda.
Resta da capire se arrivati alla fusione... scopriremo che anche l'elio può essere un inquinante, al di là del problema di "fare" deuterio e trizio.