• I contenuti presenti in questo Forum sono perlopiù frutto di opinioni ed esperienze personali, condivise tra automobilisti, e devono quindi essere prese come tali.

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Elettrodomestici Ikea o Bosch ?

Infatti la lavastoviglie dichiara consumi di acqua ed energia elettrica per ogni programma.
 
Se non ricordo male la mia prima lavatrice era una ignis !

Dopo un anno si era rotto il cuscinetto del cestello ed era irreparabile !

Documentandomi avevo capito che ...la Bosch anche con la fascia bassa puoi cambiare tutti i pezzi !

Per il momento ho una Bosch serie 4 dal 2015 mi pare e funziona come il primo giorno !
Una volta buttai una lavatrice per il cuscinetto del cestello
10€ di danni ma irreparabili visto che il cestello palesemente composto da 2 parti con predisposizione per guarnizioni e viti, al posto di essere avvitato è stato termosaldato rendendo impossibile l'estrazione e la sostituzione del cuscinetto.
Da allora compro quella che costa meno, perché la scheda nuova costa più della lavatrice o i pezzi sono insostituibili.
Messaggio doppio unito:

Il forno che voglio prendere si chiama SMAKSAK 549 euro ( Italia 519 euro )

Ci sono stato di nuovo oggi a guardarlo e devo dire sia fatto molto bene !

Come cucina volevo prendere il blocco ENHET modificandole due cose ... per esempio l ´interno delle cornici passarle la pellicola color legno .

Invertire la posizione lavello e lavastoviglie e farmi tagliare un pannello di legno alla brico !

Pero´la qualita delle ante devo dire sia davvero molto bassa la concorrenza per lo stesso prezzo offre un pochino piu di robustezza !
 
Ultima modifica:
Sulla durata e riparabilità non c'è dubbio che è calata drasticamente negli anni. Ma cosa fondamentale è anche saperli usare e aspettarsi il giusto. Tutti gli elettrodomestici in casa mia hanno 20 anni, ricordo che furono acquistati con la casa nuova che andavo appena alle elementari. L'unica sostituita è la lavatrice, una Ariston. Abbiamo acquistato una Indesit dal costo più basso, va più che bene dopo 6 anni ma presenta già ruggine sotto al cassetto. Mentre forno (Ariston) e frigo (Samsung) vanno più che bene senza problemi. Consiglio anche Beko (economica) e San Giorgio/It wash, prodotte in Italia. Mentre con Electrolux ho avuto più di una esperienza negativa.
 
che poi sono tutti Electrolux /Ariston e cavoli vari essendo un unica azienda).
Per fare chiarezza:

Ariston, ora Hotpoint, era del gruppo Merloni, poi Indesit Company, ora Whirlpool (già proprietaria del marchio Ignis ora scomparso).
In pratica, Indesit, Ariston (marchio soppresso), Hotpoint, sono sempre Whirlpool.
Electrolux è un'altra parrocchia ed è proprietaria dell'ex gruppo Zanussi (Zoppas/Rex).
Candy, proprietaria del marchio Zerowatt, è ora di proprietà cinese (Haier).
Messaggio doppio unito:

Comunque, in 17 anni di matrimonio, ho posseduto i seguenti elettrodomestici:
Forno Rex electrolux dal 2005
Lavatrice Ariston dal 2004 (prima di sposarmi)
Lavastoviglie Ariston dal 2006 (rottamata nel 2018)
Lavastoviglie Whirlpool dal 2018
Frigorifero Whirlpool dal 2005, passato ai suoceri nel 2019 per passare ad un LG più grande
Asciugatrice Bosch dal 2019

Problemi avuti: scheda elettronica della lavatrice Ariston, 250 euro.
Scheda elettronica della lavastoviglie Ariston, sempre attorno ai 200 euro. Rottamato la lavastoviglie perché era diventata un trattore, mai stata silenziosissima, ma negli ultimi anni era assordante.
Solenoide di apertura sportello detersivo della lavastoviglie Whirlpool, riparato in proprio, era solo un filo corto, errore di assemblaggio.
Tre resistenze del forno, sempre cambiate in proprio per pochi spicci.

Per il resto tutto liscio.
Quindi, a parte la lavastoviglie Ariston, esperienza abbastanza negativa (ma adesso penso che essendo Whirlpool siano migliorate), non mi posso lamentare di nessun marchio.

Mia suocera, invece, ha rottamato una lavastoviglie candy, dopo che glie l'avevo riparata a costo quasi zero, perché era partita la scheda. Presa una beko, tutto ok, finora
E stessa fine per una lavatrice ariston, che non ricordo che guasto avesse, anche lì, preso Beko e tutto ok, finora
 
Ultima modifica:
Come detto la qualità e´calata mah e´anche vero come per tutto di non prendere l ´esemplare difettoso :(

Per fare durare le cose a lungo bisogna, molto spesso, sovradimensionarle ma questo ha un costo e/o in termini di efficienza. Una volta si tendeva a progettare a vita infinita ora meno per una serie di valida motivi ...

La qualità non ha unità di misura...
La qualità non ha un' unità di misura ma esistono dei metodi definiti per misurarla o per definirli anche indicati da normative (es. ISO 9001)

Tornando in tema... Per scegliere gli elettrodomestici entro su Altroconsumo, cerco se c‘è qualche test e se lo trovo prendo l‘ elettrodomestico migliore in base al budget (magari do anche un‘ occhiata in giro per capire se ha difetti cronici )...Se l‘ elettrodomestico dell' Ikea è valido allora lo prendo in considerazione.
 
Ultima modifica:
Io devo prendere l'asciugatrice in futuro per cui passerò di qui a chiedere consigli.
La lavastoviglie hotpoint mostra già i segni di un assemblaggio per così dire "subottimale". La guarnizione del cassettino dove si inseriscono brillantante e detergente è storta e forse perde....
In alto a destra si vede che sporge della gomma.
Lavastoviglie insalata a giugno e utilizzata da circa un mese...

 
La qualità non ha un' unità di misura ma esistono dei metodi definiti per misurarla o per definirli anche indicati da normative (es. ISO 9001)
Veniamo alla definizione...
ISO 9001: la norma ISO 9001 stabilisce gli standard internazionali per i sistemi di gestione della qualità. Per ottenere una certificazione il sistema utilizzato deve soddisfare in modo dimostrabile le richieste di clienti e autorità.
La ISO parla di "sistemi di gestione della qualità", non della qualità stessa. Nello specifico, serve a fare in modo di dimostrare che l'azienda sa cosa sta facendo, come lo sta facendo, come lo ha fatto e può produrre documentazione a norma di legge per certificarlo o per poter, a ritroso, identificare, in caso di problemi, che prodotti ha coinvolto, preparati da chi, per quanto tempo, per quale motivo.
In sintesi, ci sono aziende certificate 9001 (in varie release) e altre normative tecniche che producono... pattume (non in senso stretto), ma lo fanno seguendo questa direttiva, anche se producono prodotti monouso e non riparabili.
In sintesi, scrivono gestione della qualità, ma dovrebbero parlare di gestione dei problemi del prodotto (e quindi della produzione).

La qualità, in sintesi, è la soddisfazione del cliente. E questa non ha unità di misura.
Si può misurare la difettosità.
Il numero di richiami.
Il numero di modifiche dovute a difetti (perchè se devi cambiare il prodotto per mancanza di materie prime non conta) progettuali o di approccio.
 
Nemmeno io ho che detto che ha un' unità di misura ma, prima di continuare a rispondere al tuo messaggio, faccio un passo indietro.
Cosa vorresti dire con la qualità non ha unità di misura ?
Vorresti dire che una persona non può giudicare un prodotto scadente ? Che non si può misurare ? Che è una definizione relativa ?
Sii esplicito
 
Io devo prendere l'asciugatrice in futuro per cui passerò di qui a chiedere consigli.
La lavastoviglie hotpoint mostra già i segni di un assemblaggio per così dire "subottimale". La guarnizione del cassettino dove si inseriscono brillantante e detergente è storta e forse perde....
In alto a destra si vede che sporge della gomma.
Lavastoviglie insalata a giugno e utilizzata da circa un mese...

Noto che il componente è identico a quello della mia Whirlpool, e non mi stupisce.
Comunque, un difetto del genere è degno di una chiamata al numero verde per intervento in garanzia.
Detto tra noi, in 20 minuti lo potresti risolvere, probabilmente, ma perché non esercitare un proprio diritto?
 
Le tre dimensioni hanno come unità di misura il millimetro ed i vari multipli.
Il peso (che è una forza ma vabbè) ha il kg (che non è una unità di forza).
I consumi hanno il kwh.
La potenza ha il kw.
La temperatura della luce il kelvin.
Le temperature hanno il grado centigrado (almeno per noi stolti decimalisti).

Vi sono molti parametri misurabili, in modo oggettivo. Non la qualità.
Questo perchè non esiste, almeno che io sappia ad ora, un parametro numerico che si riferisca ad un valore che misura la qualità.

Per quanto riguarda il "giudicare un prodotto scadente", una persona fornisce una propria valutazione personale di quanto è stato soddisfatto dal prodotto, per indicarne la qualità. Con tutti i bias che vi sono sul prodotto stesso: da quanto il prezzo lo predispone più o meno favorevolmente, a quanto il marchio gli ispira fiducia, a quanta prestazione ottiene, a quanta prestazione pensava realistico ottenere.
Quando si parla di "rapporto qualità prezzo", si parla di un qualcosa di impossibile, almeno matematicamente. Questo perchè la qualità di un prodotto non si può esprimere (ad ora) in un numero. E anche se si potesse, questo numero sarebbe completamente variabile, a seconda di quanto scritto sopra per i bias di chi esprime quel valore di rapporto qualità prezzo.

Fatemi riportare un paio di spunti di riflessione...
Spunto 1.
A fine 2004 inizio 2005 un boato ha scosso le fondamenta degli appassionati hi-fi e hi-end, due segmenti particolarmente costosi e complessi del mercato audio. Due mercati che non coinvolgono così tante persone, ma che sono composti da gente che assomma una buona serie di dosi di paranoie e di portafogli a fisarmonica.
Cos'è successo?
Un amplificatorino da 25 USD aveva le caratteristiche sonore in grado di metterlo in competizione, in termine di fedeltà di riproduzione e pulizia di segnale, con prodotti venduti anche a 3500 USD cadauno ed è stato collegato ad altoparlanti da 16000 USD la coppia. E non è che ne sarebbe uscito per forza vincitore... Le caratteristiche di potenza, flessibilità d'uso, aspetto estetico, funzionalità non erano sufficienti, ma grazie ad un chip d'amplificazione particolarmente ber riuscito era in grado di "salire sul palco" e di rendere ardua la competizione.
L'amplificatorino era costruito per andare a pile; occorreva un alimentatore per renderlo indipendente da questo piccolo difetto, e se si spendeva "abbastanza" per dargli tanta corrente (18V se ben ricordo, non so quanti ampere) le prestazioni sonore ancora miglioravano. Il tutto permesso da un chip di pochi millimetri quadri di dimensione e da una scheda elettronica di 3x5cm.
La tecnologia manco era nuovissima... Un amplificatore in classe D, o switching, era stato inventato per la prima volta nel 1955; l'arrivo di dispositivi portabili audio ha reso gli amplificatori in classe D particolarmente diffusi come circuito per rendere l'uscita di linea sfruttabile dalle cuffie o da un piccolo set di casse integrato. Il produttore del chip, Tripath, aveva iniziato ad applicare i concetti del classe D agli amplificatori audio, arrivando a registrare un marchio (T-Class) per identificare il set di funzionalità e caratteristiche e proteggere il prodotto. E Tripath vendeva ottimi economici prodotti a tanti... sulla pagina inglese di Wikipedia puoi trovare alcuni nomi molto conosciuti.
Chi aveva in mano questo grande prodotto ha avuto un enorme successo, specie con l'esplosione della fama... beh. No.
Due anni dopo, Tripath ha applicato il Chapter 11, una delle procedure per tutelare soci e creditori dai problemi finanziari. Un anno dopo, Cirrus Logic ha comprato marchio, brevetti, rimanenze di magazzino.
Cosa c'entra questo? Beh...
Chi ha ascoltato questi amplificatori con le orecchie ed il cervello attivo, ha trovato un modo per arrivare ad una soddisfazione personale elevata senza spendere le elevate cifre richieste in ambito HiFi e HiEnd. Alcune aziende attorno a questo tipo di prodotti sono sorte, come Trends Audio e NuForce, in grado di arrivare sul mercato con prodotti entro il migliaio di euro in grado di rivaleggiare con prodotti con etichette prezzo di 2, 3, 5 volte tanto. Ma non è successo solo questo: il mercato di acquirenti di pesanti scatole in alluminio spazzolato ha rifiutato in toto i fatti, continuando a sostenere che quel tipo di prodotto non potesse essere nemmeno vicino all'HiFi. Un po' come hanno fatto i fan della fotografia a pellicola negando dignità e prestazioni a quella digitale, finchè non han potuto fare altrimenti.
Pre pandemia, con poche centinaia di euro (letteralmente, 600) era possibile acquistare casse, ampli e lettore CD ed avere prodotti in grado di dare una sensazione di ascolto paragonabile ad impianti da tre a cinque volte più costosi...
Visto quanto accaduto, il bias di chi valutava i prodotti... prima ancora di averli ascoltati, rendeva inefficace la possibilità di comprendere la potenzialità del prodotto. Se ci fosse il misuratore di qualità... non avrebbero potuto contestare nulla.

Spunto 2. Ce l'avete presente il recensore? O recensitrice.
Dovrebbe essere quella figura mitologica in grado di interfacciarsi con un prodotto e dire "questo è meglio, questo è peggio". Perchè li ha potuti misurare.
Chi è sufficientemente... bravo. O vorrei dire, poco vincolato da logiche di marketing, sa che non può fidarsi troppo dei propri sensi. Da questi può raccogliere impressioni utili per la valutazione, ma spesso a questi aggiunge strumenti in grado di dare una serie di dati da analizzare. Dati che permettono anche di confutare i propri sensi e le proprie impressioni, e gli danno modo di spingere più a fondo l'indagine, per capire "cosa" gli da' la sensazione che sente tramite il corpo, ma che gli strumenti magari non gli san dire da dove viene.
In ambito puramente automobilistico, il ritardo tra rotazione di volante e l'attivazione di accelerazione laterale vi dice la reattività di un'auto, mentre il momento polare d'inerzia vi aiuta a capire le reazioni dell'auto durante i drastici cambi di direzione. Più basso è, più facilmente l'auto sarà in grado di cambiare direzione senza scomporsi, al di là di quanto sono rigide le sospensioni, e c'è un modo "semplice" per farlo: accentrare le masse del mezzo vicino al centro di gravità e al centro di rotazione. Non sempre coincidono...
Ma se chi recensisce il prodotto è particolarmente sovvenzionato da tale marca o talealtra marca? Per legge non puoi essere pagato da chi produce, importa o provvede alla commercializzazione del prodotto per la recensione dello stesso. Non sarebbe una recensione, sarebbe una pubblicità.
Peccato che da decenni sia legale fornire il prodotto in prova gratuitamente, anche per mesi; invitare presso location specifiche per la presentazione commerciale, con pernotto e pasti pagati, fornendo ampia documentazione tecnica e mezzi, ma anche... piacevolezze per chi è invitato; Dare accesso per tempi più o meno lunghi a prodotti dello stesso marchio ma di fasce diverse per dare metri di paragone del posizionamento del prodotto.
Vi sono specifiche norme per questo, per evitare che... si cerchi di ottenere il migliore report di soddisfazione (qualità) possibile. Ma viene fatto lo stesso, per introdurre al meglio il prodotto. O, a mio vedere, per influenzare chi lo deve valutare.
Se bastasse una misurazione... si potrebbe ottenere un valore misurabile e confrontabile. Invece, per far credere a chi legge/ascolta la valutazione che il prodotto è buono, si cerca di introdurre se possibile dei bias in chi lo recensisce. E se il risultato non è soddisfacente...
Beh...
Vi ricordate Galeazzi e Bordoni? O meglio, in Automoto.it, galebordons. Hanno stroncato la Tipo 356. Automoto.it non si avvale più della loro collaborazione, da non pochissimo. Ma fin quasi alla fine del dinamico duo, FCA non è stata particolarmente vogliosa di fornire a quella testata della auto per poter fare i video.

Non si misura la qualità. Non c'è l'unità di misura. Si ascolta la soddisfazione. Ed è un territorio dove la suggestione, purtroppo, pesa ancora.
 
Noto che il componente è identico a quello della mia Whirlpool, e non mi stupisce.
Comunque, un difetto del genere è degno di una chiamata al numero verde per intervento in garanzia.
Detto tra noi, in 20 minuti lo potresti risolvere, probabilmente, ma perché non esercitare un proprio diritto?
Sacrosanto quello che dici. Infatti in settimana chiamo.
 
Le tre dimensioni hanno come unità di misura il millimetro ed i vari multipli.
Il peso (che è una forza ma vabbè) ha il kg (che non è una unità di forza).
I consumi hanno il kwh.
La potenza ha il kw.
La temperatura della luce il kelvin.
Le temperature hanno il grado centigrado (almeno per noi stolti decimalisti).

Vi sono molti parametri misurabili, in modo oggettivo. Non la qualità.
Questo perchè non esiste, almeno che io sappia ad ora, un parametro numerico che si riferisca ad un valore che misura la qualità.

Per quanto riguarda il "giudicare un prodotto scadente", una persona fornisce una propria valutazione personale di quanto è stato soddisfatto dal prodotto, per indicarne la qualità. Con tutti i bias che vi sono sul prodotto stesso: da quanto il prezzo lo predispone più o meno favorevolmente, a quanto il marchio gli ispira fiducia, a quanta prestazione ottiene, a quanta prestazione pensava realistico ottenere.
Quando si parla di "rapporto qualità prezzo", si parla di un qualcosa di impossibile, almeno matematicamente. Questo perchè la qualità di un prodotto non si può esprimere (ad ora) in un numero. E anche se si potesse, questo numero sarebbe completamente variabile, a seconda di quanto scritto sopra per i bias di chi esprime quel valore di rapporto qualità prezzo.

Fatemi riportare un paio di spunti di riflessione...
Spunto 1.
A fine 2004 inizio 2005 un boato ha scosso le fondamenta degli appassionati hi-fi e hi-end, due segmenti particolarmente costosi e complessi del mercato audio. Due mercati che non coinvolgono così tante persone, ma che sono composti da gente che assomma una buona serie di dosi di paranoie e di portafogli a fisarmonica.
Cos'è successo?
Un amplificatorino da 25 USD aveva le caratteristiche sonore in grado di metterlo in competizione, in termine di fedeltà di riproduzione e pulizia di segnale, con prodotti venduti anche a 3500 USD cadauno ed è stato collegato ad altoparlanti da 16000 USD la coppia. E non è che ne sarebbe uscito per forza vincitore... Le caratteristiche di potenza, flessibilità d'uso, aspetto estetico, funzionalità non erano sufficienti, ma grazie ad un chip d'amplificazione particolarmente ber riuscito era in grado di "salire sul palco" e di rendere ardua la competizione.
L'amplificatorino era costruito per andare a pile; occorreva un alimentatore per renderlo indipendente da questo piccolo difetto, e se si spendeva "abbastanza" per dargli tanta corrente (18V se ben ricordo, non so quanti ampere) le prestazioni sonore ancora miglioravano. Il tutto permesso da un chip di pochi millimetri quadri di dimensione e da una scheda elettronica di 3x5cm.
La tecnologia manco era nuovissima... Un amplificatore in classe D, o switching, era stato inventato per la prima volta nel 1955; l'arrivo di dispositivi portabili audio ha reso gli amplificatori in classe D particolarmente diffusi come circuito per rendere l'uscita di linea sfruttabile dalle cuffie o da un piccolo set di casse integrato. Il produttore del chip, Tripath, aveva iniziato ad applicare i concetti del classe D agli amplificatori audio, arrivando a registrare un marchio (T-Class) per identificare il set di funzionalità e caratteristiche e proteggere il prodotto. E Tripath vendeva ottimi economici prodotti a tanti... sulla pagina inglese di Wikipedia puoi trovare alcuni nomi molto conosciuti.
Chi aveva in mano questo grande prodotto ha avuto un enorme successo, specie con l'esplosione della fama... beh. No.
Due anni dopo, Tripath ha applicato il Chapter 11, una delle procedure per tutelare soci e creditori dai problemi finanziari. Un anno dopo, Cirrus Logic ha comprato marchio, brevetti, rimanenze di magazzino.
Cosa c'entra questo? Beh...
Chi ha ascoltato questi amplificatori con le orecchie ed il cervello attivo, ha trovato un modo per arrivare ad una soddisfazione personale elevata senza spendere le elevate cifre richieste in ambito HiFi e HiEnd. Alcune aziende attorno a questo tipo di prodotti sono sorte, come Trends Audio e NuForce, in grado di arrivare sul mercato con prodotti entro il migliaio di euro in grado di rivaleggiare con prodotti con etichette prezzo di 2, 3, 5 volte tanto. Ma non è successo solo questo: il mercato di acquirenti di pesanti scatole in alluminio spazzolato ha rifiutato in toto i fatti, continuando a sostenere che quel tipo di prodotto non potesse essere nemmeno vicino all'HiFi. Un po' come hanno fatto i fan della fotografia a pellicola negando dignità e prestazioni a quella digitale, finchè non han potuto fare altrimenti.
Pre pandemia, con poche centinaia di euro (letteralmente, 600) era possibile acquistare casse, ampli e lettore CD ed avere prodotti in grado di dare una sensazione di ascolto paragonabile ad impianti da tre a cinque volte più costosi...
Visto quanto accaduto, il bias di chi valutava i prodotti... prima ancora di averli ascoltati, rendeva inefficace la possibilità di comprendere la potenzialità del prodotto. Se ci fosse il misuratore di qualità... non avrebbero potuto contestare nulla.

Spunto 2. Ce l'avete presente il recensore? O recensitrice.
Dovrebbe essere quella figura mitologica in grado di interfacciarsi con un prodotto e dire "questo è meglio, questo è peggio". Perchè li ha potuti misurare.
Chi è sufficientemente... bravo. O vorrei dire, poco vincolato da logiche di marketing, sa che non può fidarsi troppo dei propri sensi. Da questi può raccogliere impressioni utili per la valutazione, ma spesso a questi aggiunge strumenti in grado di dare una serie di dati da analizzare. Dati che permettono anche di confutare i propri sensi e le proprie impressioni, e gli danno modo di spingere più a fondo l'indagine, per capire "cosa" gli da' la sensazione che sente tramite il corpo, ma che gli strumenti magari non gli san dire da dove viene.
In ambito puramente automobilistico, il ritardo tra rotazione di volante e l'attivazione di accelerazione laterale vi dice la reattività di un'auto, mentre il momento polare d'inerzia vi aiuta a capire le reazioni dell'auto durante i drastici cambi di direzione. Più basso è, più facilmente l'auto sarà in grado di cambiare direzione senza scomporsi, al di là di quanto sono rigide le sospensioni, e c'è un modo "semplice" per farlo: accentrare le masse del mezzo vicino al centro di gravità e al centro di rotazione. Non sempre coincidono...
Ma se chi recensisce il prodotto è particolarmente sovvenzionato da tale marca o talealtra marca? Per legge non puoi essere pagato da chi produce, importa o provvede alla commercializzazione del prodotto per la recensione dello stesso. Non sarebbe una recensione, sarebbe una pubblicità.
Peccato che da decenni sia legale fornire il prodotto in prova gratuitamente, anche per mesi; invitare presso location specifiche per la presentazione commerciale, con pernotto e pasti pagati, fornendo ampia documentazione tecnica e mezzi, ma anche... piacevolezze per chi è invitato; Dare accesso per tempi più o meno lunghi a prodotti dello stesso marchio ma di fasce diverse per dare metri di paragone del posizionamento del prodotto.
Vi sono specifiche norme per questo, per evitare che... si cerchi di ottenere il migliore report di soddisfazione (qualità) possibile. Ma viene fatto lo stesso, per introdurre al meglio il prodotto. O, a mio vedere, per influenzare chi lo deve valutare.
Se bastasse una misurazione... si potrebbe ottenere un valore misurabile e confrontabile. Invece, per far credere a chi legge/ascolta la valutazione che il prodotto è buono, si cerca di introdurre se possibile dei bias in chi lo recensisce. E se il risultato non è soddisfacente...
Beh...
Vi ricordate Galeazzi e Bordoni? O meglio, in Automoto.it, galebordons. Hanno stroncato la Tipo 356. Automoto.it non si avvale più della loro collaborazione, da non pochissimo. Ma fin quasi alla fine del dinamico duo, FCA non è stata particolarmente vogliosa di fornire a quella testata della auto per poter fare i video.

Non si misura la qualità. Non c'è l'unità di misura. Si ascolta la soddisfazione. Ed è un territorio dove la suggestione, purtroppo, pesa ancora.

@Pike... Adesso ti faccio una domanda...Sei mai riuscito a toccare un' energia eppure questa ha un' unità di misura ? Qual‘è la sua definizione ?
 
Su un tema che è sulle dita e nei desideri di tutti.
 
ontopic

Ragazzi un consiglio ... voglio mettere il miscelatore nel lavello !

Non e´presente il buco :(

Per poterlo fare devo prendere una tazza a punta di diamante ?

Volendo posso mettere il miscelatore nel piano da lavoro mah secondo me va meglio nel lavello ...

Il materiale del lavello e´acciaio inox !
 
L'acqua era calda. Conteneva energia.

E' calda rispetto a cosa avrebbe detto un mio insegnante ?
L' energia ( in questo caso parliamo di energia interna ) è un potenziale matematico associato allo stato del sistema e può essere solo definita a meno di una costante...Non è una quantità assoluta ...Se prendi un diagramma di stato noterei che è sempre associato all' entalpia (grandezza presente generalmente in questi diagrammi e correlata all' energia interna) uno stato di riferimento...Se io prendo un sistema di riferimento diverso quantifichiamo l' energia in modo diverso.
Io posso definire il mio standard in base a dei parametri e possi quantificare quanto scostamento ho dal mio standard di riferimento attraverso misurazioni, verifiche, analisi della superficie ed elaborare dei modelli statistici per comprendere la qualità dei miei processi o di un prodotto quindi, la qualità, si può misurare...Forse l' utente comune ( me compreso ) non gli strumenti per dare un' analisi oggettiva ma all' interno dei laboratori e nelle aziende che hanno questo reparto si.

Ieri con un collega si discuteva proprio di questo ad esempio...https://chemtecitalia.it/prodotti/controllo-qualita-verniciatura/

@Pandino Deutsch ....Dimante e acciaio no...Affinità chimica e usare rapida dell' utensile ...Ti consiglio un' altro strumento, ad esempio una punta in cobalto.
 
Domani guardo in cantina ...ho quattro punte a tazza mah non so per cosa si usano ...mi pare le avevo prese al lidl ! Domani posto le foto !
 
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