la differenza tra un C2 e un C3 (a parità di viscosità) è che il C2 ha un HTHS ≥2.9 rispetto ad un C3 ≥ 3.5.
Un HTHS più basso indica minor attrito interno dell'olio e quindi minor calore sviluppato e questo aiuta ad un minor degrado dell'olio, pur nel contempo mantenendo un velo che offre meno protezione.
Viene utilizzato un C2 per contenere gli attriti al minimo necessario per evitare di alzare i consumi ed inquinare quindi maggiormente i vari catalizzatori,
fap o
dpf che siano. Tutto ciò è scelto in virtù dei giochi di accoppiamento dei vari materiali (sopratttutto quelli ad attrito radente) nel motore.
Esiste poi differenza anche nel TBN minimo che nel caso dei C3 è 6.0 mentre nei C2 non c'è soglia minima da rispettare (
Acea 2016).
Mettendo quindi un 5w30 C3 al posto di un C2 si alza l'attrito interno dell'olio,ma nel contempo si alza la resistenza fisica dello stesso e se non ci sono particolari controindicazioni nell'utilizzo del motore, allora non dovrebbero esserci problemi.
Per controindicazioni intendo dire che se un motore risente tanto dell'aumento della viscosità o dell'HTHS, allora si avrà una netta percezione della diminuzione delle prestazioni ed un aumento dei consumi; se invece quasi non ci si accorge della differenza rispetto ad un C2, allora bisogna solo vedere se si hanno altri benefici o meno.
Se metto un C3 e vedo che il consumo di carburante scende dai 15 km/lt abituali ai 14,5 km/lt, allora lo scarto è minimo e per quanto inquina di più il catalizzatore, la cosa può essere accettabile, mentre se invece scendo sui 12 km/lt, allora la differenza è troppa e bisogna cercare un altro olio sia che sia esso C2 o C3.
Bisogna anche calcolare se si risolve o quantomeno si riduce il consumo dell'olio nel fare tale scelta, perchè se da un lato perdo 1/2 km/lt di vantaggio sul consumo carburante tra un C2 ed un C3, ma nel contempo riduco in maniera significativa il consumo dell'olio, allora il catalizzatore ne avrà comunque dei benefici.