Non posso paragonare la F40 alla Futurista. Nemmeno sotto i fumi del selenia andato da male in un vecchio Serie 100.
La prima è venuta fuori come la trasformazione stradale di un progetto d'avanguardia ad altissimo livello. Ha completamente ammazzato ogni riferimento precedente, creando la prima Hypercar della storia realizzata con esperienza e metodi degli anni '80, ma con le idee e la tecnologia che si sarebbe usato durante buona parte degli anni '90. Ci sono voluti 7 anni, Gordon Murray, il costruttore di auto più pazzo del pianeta (McLaren) e un supporto tecnologico esterno (BMW per il motore 12 cilindri) per arrivarci vicino con la McLaren F1, ma in ogni caso di queste ne sono state fabbricati appena 106 esemplari in 5 anni, di F40 ne sono stati realizzati quasi 1400 esemplari in analogo periodo, e tutt'ora riesce ad essere un dannatissimo pezzo di enorme valore.
La Futurista invece è un condensato di passione, nostalgia, idee intelligenti e soluzioni amarcord, un costosissimo e appassionato anacronismo venduto a chi ha 300 e passa mila euro più una vecchia Integrale 16v da fornire ad un atelier per avere un pezzo da collezione in casa. Ma non c'entra un tappo con la creatura di Materazzi.
Se vuoi vedere qualcosa di simile, ma non all'altezza del "crack" fatto fare dalla F40, punta altrove.
Non alla Chiron, arrogante totem tecnologico di potenza e velocità massima pagato da un gruppo automobilistico che non è in grado di tirare fuori dal cilindro qualcosa di diverso da un marchio franco-italiano riciclato da Romano Artioli. E nonostante la produzione di perle incredibili come la Porsche 918 Spyder o la 911 GT1.
Non alle Koenigsegg, che senza un mostruoso lavoro di messa a punto sarebbero dei contorti dragster da accelerazioni privi di capacità di stare in strada.
Non alle tante spotive da oltre 1000 cavalli di costruttori esotici o marchi che debbono emergere dall'anonimato delle curiosità delle testate specialistiche.
Non alle Gumpert, alle Ariel, o alle Noble, espressioni di imprenditorialità e volontà di creare qualcosa "old school" ed esclusivo basato su efficacia allo stato puro.
Non ai raffinati gioielli made in Modena della Pagani, dotati di una enorme cifra tecnologica e di soluzioni raffinate, ma ancora una volta raffinati gioielli automobilistici in grado di emozionare una clientela facoltosa ed esclusiva, non urli di tecnologia che fanno diventare vecchie di botto tutte le altre produzioni con motore a scoppio.
Sto parlando della McLaren BP23. Della AMG Project One. Forse LaFerrari, può arrivarci vicino, ma nonostante le prestazioni di enorme livello, a Maranello ultimamente non vogliono più fare dei "crack" tecnologici da spaccare il panorama. Bensì proporre prodotti ad efficacia certa di mercato.
Citando Stanzani, Ferrari può pure produrre una ciabatta con le ruote e la vende bene, ma non c'è il distacco enorme portato dalla F40, nell'88, rispetto alla produzione del momento (308 e 512BB), solo un assemblaggio di gadget e di funzioni speciali come il PCV, la Magic Box, la aereodinamica adattiva, le evoluzioni dei sistemi di gestione di trazione, aderenza e sospensioni. Raffinatissime ed esclusive realizzazioni di qualcosa di già visto. L'unica cosa realmente innovativa (il brevetto depositato da Ferrari del turbo elettrico usato come sistema a recupero energia e a controllo di prestazioni) in realtà è una implementazione di qualcosa già visto su altri prodotti, ovvero una girante/turbina di sovralimentazione a controllo elettrico (e non coassiale alla chiocciola nei gas di scarico presentato 4 anni fa da Audi ed usato in alcune realizzazioni tedesche (Mercedes e Audi) per un controllo più preciso dell'erogazione della potenza.
Il prossimo crack tecnologico degno di "scalzare" la F40 sarà una hypercar completamente elettrica in meno di 1200kg di peso in grado di fare oltre 400km con una carica completa di batteria ed in grado di dare seriamente fastidio una analoga auto turbo benzina sul nurburing per una distanza di almeno 200km.