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Fiat seicento 1.1 - Info sostituzione cinghie

Avere quest'Auto per me è giá una grossa fortuna visto il prezzo regalato e tutto il resto, il problema è che il vecchio proprietario l'ha tenuta ferma 4 anni, nel 2008 c'ha fatto 6000 km poi si sará stufato e l'ha buttata nel suo box.
Appena presa, per sicurezza, ho fatto fare un tagliando completo non mettendo in gioco l'aria condizionata e le 2 cinghie che sono delle componenti abbastanza delicate e col tempo stando ferme si rovinano.
Per quanto riguarda la batteria, ho cambiato quella vecchia oltre per il fatto che pisciava un pò d'acido anche perchè quando accendevo l'auto si resettava tutto LOL
Sulla cinghia di distribuzione ho saputo quello che volevo sapere ma c'è un ultimissima cosa che voglio sapere... Se si rompe??? Quello che so è che nelle macchine più potenti poi butti tutto ma nei motori fire rimani solo per strada... sará vero?

Ps: è meglio modificare il titolo del post aggiungendo: "cinghia alternatore" LOL
 
Stiamo andando un po' Off Topic, non ci allontaniamo troppo dal discorso delle cinghie. Comunque mi fa piacere che ti sia aggiudicato questa 600. Avessi avuto la tua fortuna...

Dunque, come ti avevo già detto in un messaggio precedente, se la cinghia si spezza:
  • ed è quella dei servizi a rompersi, allora il compressore e l' alternatore smettono di girare e di adempiere ai loro compiti. Da questa eventualità l' aria condizionata va fuori uso perché la pompa che forza la circolazione del freon, ossia il gas refrigerante smette di circolare e non c'è modo di aggirare il problema. Per quanto riguarda l' alternatore, si accende la spia di carica insufficiente, cioè la spia della batteria e la centralina passa quasi istantaneamente a prelevare energia dalla batteria.
    Ammenoché la centralina non vada in protezione e il motore continui a rimanere accesso, rimangono circa 10 minuti di utilizzo del motore prima che la batteria muoia. Dipende tutto da quanto è carica la batteria e il motore assorbe tanta energia. Tieni conto che c'è da alimentare il sistema di accensione, i sensori, la pompa della benzina, tutti i sistemi di illuminazione della macchina, la centralina stessa... In ogni caso io mi fermerei in sicurezza il prima possibile per spegnere infine il motore.

    ...ah, quasi dimenticavo. Se hai il servosterzo, probabilmente noterai un indurimento quasi istantaneo del volante, perché il city potrebbe non ricevere più energia. In quel caso servono tutte le forze delle tue mani per cambiare direzione.

  • ed è quella di distribuzione a rompersi, allora il motore si ferma quasi istantaneamente. Tutte le valvole si chiudono di colpo e le camere di combustione vengono isolate. Situazione non da sottovalutare perché se la marcia è connessa al motore, i pistoni continuano a girare e a comprimere la stessa quantità di volume nelle camere di combustione. Senza l' apertura delle valvole, il calore e la pressione non possono uscire e il motore continua a surriscaldarsi.
    C'è anche di peggio, perché la cinghia forza la circolazione del refrigerante tramite la pompa, ma con la cinghia spezzata la pompa rimane ferma e il refrigerante fresco non può sostituire quello surriscaldato in prossimità dei cilindri.
In effetti ci sono anche altre conseguenze da considerare. Il 2° principio della termodinamica dice che il lavoro può essere trasformato soltanto in calore per essere smaltito. Un enunciato ovvio: le pastiglie di un freno a disco premono sul disco generando attrito e quindi calore. In altre parole, il lavoro, cioè l' energia di movimento della macchina viene mangiata dal calore. Più è forte il calore e più rapidamente la macchina decelera fino a fermarsi.

Con i cilindri isolati, in teoria avviene la stessa cosa. Ad ogni compressione da parte di ciascun pistone, il volume di gas presente all' interno acquista altro calore, trasformando il moto in calore appunto. Come effetto collaterale, il gas nella camera di combustione acquista sempre più pressione. Sempre in teoria, la pressione da qualche parte dovrà evacuare, infatti la pressione cercherà il punto più debole per farsi strada ed uscire. Nel caso del motore il tallone d' Achille dei cilindri è la testata. Se va veramente male, si possono riportare gravi danni alla testata, così gravi da buttarla. In ogni caso se la pressione non viene evacuata si può sperimentare una decelerazione progressiva e anche violenta prima di fermarsi del tutto. Più calore i cilindri acquistano e sempre più forte risulta la frenata.

Infine, altra cosa spiacevole, il servofreno che alleggerisce il pedale del freno funziona con il vuoto, che viene creato dal motore, precisamente quando i pistoni succhiano aria dai cilindri durante la fase di aspirazione. Ma qui abbiamo un motore che ha le valvole ferme e non aspira un bel niente. Per fortuna si possono fare due o tre pompate sul pedale prima che si indurisca, quindi c'è un piccolo margine di frenata. L' importante è mantenere la pressione del pedale costante, senza alzare il piede, ma solo tuttalpiù premendo più forte fino a fermarsi.

Riepiloghiamo: Cosa fare se la cinghia di distribuzione si spezza?

  1. Mettere il cambio in folle o tenere premuta la frizione. Meglio il cambio in folle così ho 2 piedi a disposizione per premere il freno. Con il cambio in folle, i pistoni si fermano e non c'è più surriscaldamento del volume dentro le camere di combustione.
    Quando il motore si è fermato con la posizione di folle inserita, si potrebbe perdere il servosterzo e potrebbe volerci molta forza per girare.
  2. Individuare il primo punto dove fermarsi in sicurezza senza causare pericolo per altre persone.
  3. Ricordarsi che si ha più o meno 1 sola chance di frenare in sicurezza prima di perdere il servofreno, quindi bisogna fare tesoro di quella frenata. Una volta premuto il pedale non bisogna lasciarlo, altrimenti si spreca il residuo di servofreno rimasto. Una volta premuto il freno è consentito solo premere più forte per diminuire più rapidamente la velocità.

    Tenere presente che non si può fare affidamento sul freno motore, quindi in discesa si rischia di surriscaldare i freni e perdere anche quelli. Bisogna premere il pedale del freno senza esagerare per evitare il surriscaldamento.

    Se il residuo di servofreno finisce e il pedale del freno s' indurisce, premere con tutti e due i piedi cercando di mantenere controllo e concentrazione anche sul volante e sulla strada fino a fermarsi.
Credo che sia tutto. Ecco cosa succede quando le cinghie si spezzano e cosa fare, almeno in teoria. Dato che ho solo ipotizzato quasi tutto, prendete comunque con le pinze quanto detto.
 
secondo te @Motoradders avendo una cinghia distribuzione del 2008 con soli 20000 km rischio la rottura oppure posso fare qualche altro k.chilometro?
 
Beh, comunque sono 7 anni che hai questa cinghia.

20.000 km sono i totali della Seicento oppure sono i chilometri fatti con questa cinghia?

Al posto tuo, non appena avrei la disponibilità economica farei rifare la distribuzione completa di tutto, così non stai sempre con l' ansia che la cinghia ti si può spezzare da un momento all' altro.

Peccato di non esserti d' aiuto più di così, però la scelta spetta a te!
 
Dario lol bellissima la spiegazione con gli enunciati della termodinamica, ma mancano le basi! Le valvole NON SI CHIUDONO istantaneamente. semplicemente quelle che erano aperte in quel momento rimangono aperte. E' questo che crea danni, nei motori "liberi" e cioè dove le valvole non interferiscono con i pistoni non si crea nessun problema, l'albero motore continua a girare... nei motori con iniezione semi fasata, probabilmente potremo avvertire un ritorno di fiamma dall'aspirazione del cilindro che è rimasto con le valvole d'aspirazione aperte... e null'altro. Tra l'altro se ci pensi se le valvole rimangono chiuse come hai detto il carburante e l'aria in camera come ci arriva? mica stiamo parlando di motori con iniezione diretta. Nei motori invece euro 3 in poi non avremo nessuna iniezione... con conseguente accensione della spia MIL. Nei motori ad interferenza invece, dato che le valvole rimangono aperte e bloccate in posizione i pistoni continuando a girare andranno a impattare contro queste ultime storcendole, e in alcuni casi bucando il cielo dei pistoni...

--- Messaggio doppio unito ---

P.S: dovresti ripassare i cicli termodinamici :p perchè è vero che comprimendo il gas si scalda, ma quando il pistone scende e si decomprime la temperatura scende... in oltre non vi è più una combustione... quindi il surriscaldamento del motore è fantascienza lol
 
@Motoradders la mia 600 ha 20000 km totali fatti dal 2008 a oggi anche se 15000 sono stati fatti solo dal 2012 in poi.
per la distribuzione mi sa che devo aspettá il prossimo tagliando LOL speriamo non si rompa...
 
Spetta Danilo, un attimo stop!:)

Facciamo riferimento al motore della Seicento, in cui le valvole non interferiscono con il moto dei pistoni, così è più facile spiegarsi.

Se la cinghia si spezza, l' albero a camme comincia velocemente a perdere velocità perché le molle delle valvole oppongo resistenza al moto, ma allo stesso tempo durante la fase di chiusura delle valvole la molla rilascia energia da potenziale, se vuoi di richiamo, in cinetica attraverso l' eccentrico dell' albero. L' albero perde velocità ma continua a girare e le valvole continuano ad aprirsi e chiudersi.

Dato che nella realtà non vale il principio di conservazione dell' energia meccanica, gli attriti ossia il pezzettino di equazione "Lnc", cioè le forze non conservative, che altro non sono che gli attriti appunto, tenderanno ad azzerare il moto dell' albero a camme.

Consideriamo ora l' albero quasi fermo: se non viene fornito altro movimento all' albero a camme gli eccentrici non possono più abbassare la valvola, perché ciò richiede energia che l' albero ormai non possiede più.
Automaticamente, prima che l' albero a camme si fermi completamente tutte le valvole aperte si chiudono poiché grazie al movimento residuo, le molle possono rilasciare un ultima volta l' energia potenziale accumulata in precedenza, sugli eccentrici, aggiungendo un altro poco di movimento, ma perdendo appunto l' energia potenziale che avevano.

Il risultato finale sarà che il moto diventa smorzato a tratti, a tal punto che l' albero a camme si ferma in una posizione stabile, neutra, in cui non ci sono valvole aperte. Ha perfettamente senso se ci pensi. Tutta l' energia potenziale accumulata dalle molle viene convertita in movimento fino alla completo azzeramento dell' energia totale. Niente energia cinetica, niente energia potenziale di richiamo delle molle. L' albero si ferma in una posizione in cui c'è quiete...

Tuttalpiù può essere corretta la tua teoria solo se non ci sono angoli neutri nell' albero a camme. Quello che voglio dire è che se non esiste una posizione in cui l' albero a camme non preme alcuna valvola, allora se è vero, gli eccentrici si fermeranno quando non avranno più energia per spingere un altro gruppo di valvole, lasciandosi aperte le precedenti valvole premute.

Mi permetto di quotare un tuo messaggio per evidenziarlo.
se le valvole rimangono chiuse come hai detto il carburante e l'aria in camera come ci arriva?

Infatti se le valvole rimangono chiuse non arriva alcuna miscela, ma vediamola in un' altra ottica. La cinghia è spezzata, il collegamento tra albero a camme e motore è interrotto e il cilindro ha le valvole chiuse. Supponiamo inoltre che la marcia sia inserita dato che la cinghia che si spezza è una situazione imprevedibile è fulminea e potrebbe cogliere un automobilista in un momento di marcia attiva.

I pistoni rimangono comunque collegati all' albero motore che a sua volta rimane collegato alle ruote motrici tramite la marcia inserita.
Potrebbe benissimo accadere che il moto della macchina continui a far girare i pistoni. Una situazione assolutamente veritiera se pensiamo all' accensione "a spinta".

Il fluido intrappolato all' interno del cilindro incriminato, miscela o gas di scarico che sia, non ha via di scampo se le valvole rimangono chiuse. Il fluido sarà schiavo del moto del pistone, ossia sarà obbligato a comprimersi ogni qual volta il pistone raggiungerà il PMS.

Come detto prima, il refrigerante non può sottrarre calore ai cilindri perché non vi è circolazione e se le valvole rimangono chiuse il fluido intrappolato non può fuoriuscire liberando il calore e conseguentemente la pressione.
Tutto ciò significa, per forza di cose, che il fluido nel cilindro continuerà ad assorbire calore in cambio del moto alternativo del pistone, in perfetto accordo con la seconda legge della termodinamica e conseguentemente la pressione continuerà a salire, poiché aumenterà sempre più l' agitazione termica delle molecole del fluido, fornita dal moto del pistone convertito in calore. ;)

--- Messaggio doppio unito ---

---> Stai tranquillo Marco, vedrai che non ti si rompe la cinghia, solo non la stressare con accelerate forti e guide energiche. In questo periodo in cui non puoi cambiare la cinghia adotta un po' di più lo stile di guida da nonno pensionato :D
 
in cittá per via delle buche(crateri ) guido come un vecchietto tranne in alcuni casi.
quando vado fuori cittá non sforzo mai l'auto, sempre 100 km/h LOL
 
Ma va bene anche se vai a 120 - 130 km/h, cioè andatura da autostrada, l' importante è arrivarci lentamente così la cinghia acquista velocità più lentamente anziché di colpo con un accelerata forte.
Stessa cosa al contrario se devi rallentare. Se puoi diminuisci la velocità, non di colpo e non scalare le marce fino ad arrivare ad alti regimi. Questo è più che sufficiente, credimi!
 
Facciamo riferimento al motore della Seicento, in cui le valvole non interferiscono con il moto dei pistoni, così è più facile spiegarsi.
Perfetto così ci capiamo meglio ;)

Se la cinghia si spezza, l' albero a camme comincia velocemente a perdere velocità perché le molle delle valvole oppongo resistenza al moto, ma allo stesso tempo durante la fase di chiusura delle valvole la molla rilascia energia da potenziale, se vuoi di richiamo, in cinetica attraverso l' eccentrico dell' albero. L' albero perde velocità ma continua a girare e le valvole continuano ad aprirsi e chiudersi.
Ok, perfetto...

Dato che nella realtà non vale il principio di conservazione dell' energia meccanica, gli attriti ossia il pezzettino di equazione "Lnc", cioè le forze non conservative, che altro non sono che gli attriti appunto, tenderanno ad azzerare il moto dell' albero a camme.
Perfetto ;)

Consideriamo ora l' albero quasi fermo: se non viene fornito altro movimento all' albero a camme gli eccentrici non possono più abbassare la valvola, perché ciò richiede energia che l' albero ormai non possiede più.
Automaticamente, prima che l' albero a camme si fermi completamente tutte le valvole aperte si chiudono poiché grazie al movimento residuo, le molle possono rilasciare un ultima volta l' energia potenziale accumulata in precedenza, sugli eccentrici, aggiungendo un altro poco di movimento, ma perdendo appunto l' energia potenziale che avevano.
si ok, il problema nasce quando non abbiamo gradi di manovella dove tutti e 4 i cilindri hanno le valvole chiuse... se pensi che ogni motore ha un suo diagramma di distribuzione con fasi di durata ben definite e pensi che poi in un 4 cilindri queste fasi sono distanti dall'altra 180° di manovella è ovvio che non sia possibile che vi siano tutte le valvole chiuse.

Tuttalpiù può essere corretta la tua teoria solo se non ci sono angoli neutri nell' albero a camme. Quello che voglio dire è che se non esiste una posizione in cui l' albero a camme non preme alcuna valvola, allora se è vero, gli eccentrici si fermeranno quando non avranno più energia per spingere un altro gruppo di valvole, lasciandosi aperte le precedenti valvole premute.
Esatto, pensaci bene se tutte le valvole si chiudevano istantaneamente (considerando la poca inerzia del camme rispetto alla forza richiesta per premere le molle delle valvole) nessun motore presenterebbe problemi alla rottura della cinghia di distribuzione. hai capito dove voglio arrivare? :thumbsup:

Passando al prossimo ragionamento che è quello che mi ha colpito di più ;)


Il fluido intrappolato all' interno del cilindro incriminato, miscela o gas di scarico che sia, non ha via di scampo se le valvole rimangono chiuse. Il fluido sarà schiavo del moto del pistone, ossia sarà obbligato a comprimersi ogni qual volta il pistone raggiungerà il PMS.
ok perfetto ;)

Come detto prima, il refrigerante non può sottrarre calore ai cilindri perché non vi è circolazione e se le valvole rimangono chiuse il fluido intrappolato non può fuoriuscire liberando il calore e conseguentemente la pressione.
Occhio, lo scambio di calore avviene comunque... l'acqua nella testa è presente anche se la pompa è ferma... ovviamente il rendimento è inferiore eh... però comunque il calore viene dissipato... e questo implica che non siamo più in un sistema chiuso.

Tutto ciò significa, per forza di cose, che il fluido nel cilindro continuerà ad assorbire calore in cambio del moto alternativo del pistone, in perfetto accordo con la seconda legge della termodinamica e conseguentemente la pressione continuerà a salire, poiché aumenterà sempre più l' agitazione termica delle molecole del fluido, fornita dal moto del pistone convertito in calore. ;)
eh no, questo va bene se siamo in un sistema isolato... il nostro cilindro è tutt'altro... conta che poi ok che il fluido viene compresso ogni volta che il pistone raggiunge il pms ma viene anche decompresso ogni volta che raggiunge il pmi! in oltre questo aumento di temperatura è FORTEMENTE trascurabile... in quanto all'interno del cilindro non avviene più la combustione. Vera fonte di calore e pressione all'interno del cilindro...
 
è sempre un piacere poter discutere con te di queste cose, veramente appagante :D

Esatto, pensaci bene se tutte le valvole si chiudevano istantaneamente (considerando la poca inerzia del camme rispetto alla forza richiesta per premere le molle delle valvole) nessun motore presenterebbe problemi alla rottura della cinghia di distribuzione. hai capito dove voglio arrivare? :thumbsup:

Si ho capito perfettamente, era quello che temevo. Miseriaccia, quindi praticamente se una valvola di scarico rimane aperta il pistone si tira dentro tutta la porcheria dello scarico.
Peggio ancora se rimane aperta quella di aspirazione, si rischia un ritorno di fiamma con i fiocchi!

Occhio, lo scambio di calore avviene comunque... l'acqua nella testa è presente anche se la pompa è ferma... ovviamente il rendimento è inferiore eh... però comunque il calore viene dissipato... e questo implica che non siamo più in un sistema chiuso.

Sì hai ragione, però il raffreddamento è totalmente inefficiente o inadeguato se preferisci. Se la vediamo da un altro punto di vista è più probabile che il cilindro scambi calore con il monoblocco e venga strappato dal flusso d' aria generato dalla macchina che si muove, con rendimento probabilmente maggiore del refrigerante fermo a bollire nelle intercapedini.
In ogni caso credo che la mossa vincente rimanga mettere la macchina in folle, così si smette di fornire energia al motore.

eh no, questo va bene se siamo in un sistema isolato... il nostro cilindro è tutt'altro... conta che poi ok che il fluido viene compresso ogni volta che il pistone raggiunge il pms ma viene anche decompresso ogni volta che raggiunge il pmi! in oltre questo aumento di temperatura è FORTEMENTE trascurabile... in quanto all'interno del cilindro non avviene più la combustione. Vera fonte di calore e pressione all'interno del cilindro...

Tieni conto che il metallo con cui è fatta la camera di combustione ha una forte inerzia termica, quindi durante l' espansione del fluido con il pistone al PMI, è molto probabile che il calore perso dallo stessso, viene immediatamente riacquistato proprio da parte del rivestimento della camera di combustione.
Inoltre, io terrei conto anche del fatto che per un motore a benzina gira a velocità di crociera a circa 3000 revs, cioè il pistone tocca il PMI 50 volte/secondo. Io non credo che il surriscaldamento sia trascurabile...
 
Con cinghia servizi distrutta ho percorso circa 50 km (punto 1.9 jtd) più della metà in autostrada senza servosterzo. Ho guidato per 14 anni una 500 sporting senza servosterzo e mica ho notato tanto differenza con la punto senza servo, il problema si ha nelle manovre da fermo.
 
Quanto ha retto la batteria prima di non farcela più? avevi una batteria nuova o usata?
 
Anche a me piacciono ste discussioni :thumbsup:
Si ho capito perfettamente, era quello che temevo. Miseriaccia, quindi praticamente se una valvola di scarico rimane aperta il pistone si tira dentro tutta la porcheria dello scarico.
Peggio ancora se rimane aperta quella di aspirazione, si rischia un ritorno di fiamma con i fiocchi!
Esatto, quando la macchina di mia madre ha rotto il camme sono rimaste un po' di valvole aperte e tirava fiammate di 20cm dall'aspirazione :mad:

Sì hai ragione, però il raffreddamento è totalmente inefficiente o inadeguato se preferisci. Se la vediamo da un altro punto di vista è più probabile che il cilindro scambi calore con il monoblocco e venga strappato dal flusso d' aria generato dalla macchina che si muove, con rendimento probabilmente maggiore del refrigerante fermo a bollire nelle intercapedini.
In ogni caso credo che la mossa vincente rimanga mettere la macchina in folle, così si smette di fornire energia al motore.
potrebbe anche essere, comunque metterla in folle penso sia una cosa abbastanza naturale. anche perchè se no la macchina si fermerebbe dopo pochi metri.

Tieni conto che il metallo con cui è fatta la camera di combustione ha una forte inerzia termica, quindi durante l' espansione del fluido con il pistone al PMI, è molto probabile che il calore perso dallo stessso, viene immediatamente riacquistato proprio da parte del rivestimento della camera di combustione.
Inoltre, io terrei conto anche del fatto che per un motore a benzina gira a velocità di crociera a circa 3000 revs, cioè il pistone tocca il PMI 50 volte/secondo. Io non credo che il surriscaldamento sia trascurabile...
ma si che è trascurabile, pensa che il motore può girare anche un paio di minuti senza liquido refrigerante... pensa che le temperatura di esercizio di un pistone è circa 200°... poi se proprio vogliamo calcolare questa temperatura basta usare la legge dei gas perfetti per avere almeno un idea di quanto sia l'aumento della temperatura del fluido compresso ;)
 
Motoradders la batteria è usata, ho guidata per quasi un'ora senza avvertire cali di potenza al motore. Non so ancora quanta carica abbia la batteria perchè appena arrivato a casa ho spento l'auto e non ho riprovato a riaccenderla in attesa di portarla dal meccanico.
 
Addirittura 1 ora di uso senza alternatore, è strabiliante!

Però il motore a gasolio è indubbiamente avvantaggiato perché è progettato molto sul principio di autosufficienza visto che il Diesel brucia spontaneamente; il combustibile bruciato genera movimento e quello è sufficiente a far funzionare la maggior parte dei sistemi che necessitano al motore per tenerlo funzionante. Comunque anche il motore a gasolio ha bisogno di un minimo di energia per funzionare.

Forse bisogna tener conto anche del tipo di batteria che è installata in auto. Sicuramente influiscono positivamente i fattori batteria molto carica e batteria di grande amperaggio e relativo spunto.

alderan ti ricordi come era configurata macchina quando si è spezzata e hai fatto questi 50 km per 1 ora?
Avevi le luci accese? stavi usando energia dall' accendisigari?

@Bl4Ck^ appena ho un minuto di calma, vedo se riesco a fare il calcolo! ;)
 
La cinghia già presentava sfilacciature, infatti era prevista la sostituzione. Si è spezzata in autostrada e avevo luci, autoradio e ventilazione aria accesi, appena accorto della mancanza della cinghia ho spento tutto. La capacità della batteria sicuramente aiuta però devi sempre considerare che il diesel ha due pompe alimentazione mentre quelle a benzina una soltanto. Comunque se non si ha la batteria con elementi guasti o scarica se si è vicini a casa si può tornare tranquillamente a casa con la sola alimentazione della batteria, l'importante è non spegnere la macchina altrimenti potrebbe non farcela a riavviare il motore, io infatti sono uscito dall'autostrada e senza spegnere la macchina ho controllato se vi fossero eventuali danni o pezzi di cinghia incastrati.

--- Messaggio doppio unito ---

Per quanto riguarda la cinghia di distribuzione rotta penso il problema del surriscaldamento non tocchi i pistoni, valvole, bielle e monoblocco quanto la testata e la guarnizione. In combustione penso si raggiungano, anche se per pochi millisecondi, temperature altissime e se si spezza la cinghia la massima si ferma subito non cammini a motore acceso per minuti. Penso che il surriscaldamento sia l'ultimo dei problemi, anche perchè pur non essendoci la pompa dell'acqua in funzione rimane sempre del liquido nel motore fino a quando non evapora.
 
Ragazzi perdonatemi se riapro questa discussione ma la mia nuova cinghia dei servizi a volte fa un pò rumore specialmente a notore freddo.
Un rumore tipo sibilo di un serpente LOL
 
hai cambiato anche i cuscinetti?
 
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