Deve essere una cosa ovvia che cambiando l'olio in un intervallo di tempo regolare (per regolare intendo con l'olio in uno stato decente) non ci deve essere nessuna differenza tra un olio o l'altro, per quanto riguarda le condizioni del motore. Resta il fatto che se si mette alla frusta un olio più "ganzo" rispetto ad uno da minimarket, allora lì si dovrebbero vedere dei limiti; va da sè che oltre ad un ispezione visiva delle parti, servirebbe anche un'analisi UOA per determinare il grado di usura dei metalli.
Per quanto riguarda le specifiche degli oli, ci sono stati diversi cambiamenti negli ultimi vent'anni e anche gli oli 504/507 di allora sono di sicuro meno prestanti rispetto a quelli odierni. Anche perchè quelli odierni sono stati riformulati per spalleggiare meglio le caratteristiche di resistenza richieste ad oggi. Le due magagne più ricorrenti negli ultimi cinque anni, sono state la resistenza al calore e il contenimento del fenomeno LSPI (fenomeno di preaccensione innescata nei motori a iniezione diretta a benzina).
Per alzare lo status dell'arte degli oli è stato necessario emettere oli
Api SN+ e ultimamente oli
Api SP, i quali hanno profondamente rivisto alcuni test e introdotto nuove sequenze di controllo sul contenimento dell'LSPI, controllo usura cuscinetti e stabilità al taglio e dulcis in fundu il controllo dell'usura della catena. Trattandosi di specifiche
API sono test introdotti dai produttori di olio e non specifiche dichiarate dall'
ACEA, segno che i requisiti minimi si sono innalzati e non di poco.
Poi se il produttore dichiara che queste ultime specifiche sono retroattive alle precedenti, allora nessun problema ad utilizzarli, ma quando sono "indicizzati" ad hoc, allora bisogna mettere la specifica originale richiesta.
Vedi l'allegato 37386