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- Panda 169 1.2 Nat. Power 2008
Se state leggendo queste parole, lo state già usando. Cosa? Un internet browser.
Magari non sarà esattamente il programma che avete aperto, magari lo state usando tramite un componente chiamato "engine di rendering", la cosa che trasforma la babele del codice HTML nelle pagine che vedete tutti i giorni. Ma di dritto o di rovescio, lo state usando, anche inconsapevolmente.
Cos'è un browser? Qualche anno fa ho usato questa analogia per spiegarlo ad una persona poco avvezza di internet.
Vi tiene ordinati i siti. Vi ricorda dove siete stati e quando. Vi richiama le pagine. E se non siete come me, vi porge le chiavi per entrare nei posti dove è necessario mostrare un po' di sicurezza (username e password). Ma è anche in grado di raccogliere molte informazioni su di voi, su quel che fate, su che cosa guardate, sui vostri interessi. Vi può rendere rintracciabili. Vi può profilare. E raccontare a chi lo sviluppa, tante cose di quel che fate.
Attualmente il browser più usato al mondo si chiama Chrome. La maggior parte della proprietà intellettuale dello stesso è di Google, sussidiaria di Alphabet Inc. Una dei candidati (personale parere) a diventare l'incumbent di quel che esiste su internet, cioè... un obbligo. Parte del prodotto è pubblicato come codice sorgente libero ed accessibile, chi vi accede lo ricompila come Chromium, che in pratica è privo di tutti quei componenti che Google considera di valore e che rende quindi privati, non accessibili come sorgenti e coperti da brevetto.
Due browser internet su tre al mondo sono Chrome.
Al secondo posto, un prodotto di un'altra azienda statunitense. Safari empowered by Apple.
Empowered in quanto al momento di dover costruire da zero un internet browser (primi anni 2000) Apple s'è succhiata per intero il progetto KHTML su cui era/è basato Konquer, un componente del programma di interfaccia utente ora conosciuto come Plasma, lo ha re-ingegnerizzato denominandolo Webkit, e ponendolo come ossatura per Safari prima, per iTunes poi, e per altre cosine carine come iOS in seguito. Apple ha completamente predato il codice del progetto senza pagare un centesimo di dollaro. Scrivo predato e non rubato in quanto la licenza con cui è pubblicato KHTML è conosciuta come LGPL. E non c'entra con i gas di petrolio liquefatti.
Se un programma è pubblicato con licenza GPL, posso prenderne il codice, posso usarlo come voglio, ma ogni lavoro derivato devo ripubblicarlo come GPL, accessibile a chiunque e senza vincoli di copyright. Se un programma è pubblicato come LGPL, posso prenderne il codice, posso usarlo come voglio, posso migliorarlo e contribuire, ma se mi tira il bus del gnao di fare un prodotto da millemilapleuri non solo lo posso pubblicare, ma ogni modifica che faccio me la posso tenere solo per me. Non c'è niente di sbagliato, in ciò, è una licenza espressamente pensata per consentire alle aziende di creare prodotti su codice pubblico e liberamente disponibile. (Però fa capire come se definisco Apple una sanguisuga assetata di denaro e senza fondo... debbo chiedere scusa alla sanguisuga.
Due browser internet su cinque al mondo sono Safari.
Al terzo posto, un prodotto di un'altra azienda statunitense. (Sembra anche a voi un trend?) Edge, empowered by Google. No, non sono scemo.
Nella sua attuale incarnazione (la seconda, ed escludendo gli iCosi di Apple), Edge è basato su un componente (browser engine) conosciuto come Blink, che è alla base di Chrome. Vi ricordate Chromium? Vi ricordate quel che ha fatto Apple con KHTML? Più o meno, Microsoft ha fatto la stessa cosa, reimpacchettando Blink con cose come piacciono a lei e producendo un prodotto sottoponibile a copyright e di cui non è obbligata a pubblicare il codice sorgente.
Un browser internet su 25 al mondo è Edge
65+18+4 = 87. In internet, nove browser su dieci hanno dentro di loro grinfie di un'azienda statunitense.
Rimangono le briciole. Tra cui quelle del mio browser preferito. Un browser al mondo su trenta è Mozilla Firefox o ne usa i componenti.
(da qui in poi sono opinioni personali, prima quasi solamente fatti)
Ritengo la frontiera della libertà e della privacy personale come uno dei diritti inalienabili delle persone insieme all'integrità personale, alla libertà di pensiero e alla libertà di parola (che non significa dire quel pupazzo che ci pare, ma ci arrivamo poi). In questo momento storico, usare un browser internet significa nel 90% dei casi fornire a tre aziende ed ai loro collaboratori e clienti un pezzo importante della nostra vista, ma senza riceverne in cambio adeguato compenso, non per forza monetario.
A voi può andare bene e va benissimo così, poter scegliere è la base della libertà.
Per come la vedo io invece, alcune cose non dovrebbero poter essere possibili, e lasciare margine per questo ad una sola nazione nel mondo è... controverso.
La Mozilla Foundation rende disponibile il proprio prodotto e il codice in modo libero ed aperto. Chiunque può contribuire, chiunque può riutilizzarlo per farci qualcosa di meglio, infatti esistono diversi cloni basati sul codice dei vari "pezzi" di Mozilla.
Firefox ha avuto una storia travagliata. Infatti è al suo terzo nome.
In origine il nome era Phoenix, l'uccello che rinasce dopo un incendio dalle ceneri dello stesso. L'incendio è stato il fallimento di Netscape Communications, aiutato in larga parte dall'omaggio di Internet Explorer by Microsoft su Windows 95 e 98, le ceneri Netscape Navigator, erede del secondo browser internet al mondo, NCSA Mosaic. Phoenix Technologies, una azienda che produce BIOS, dopo aver letto di questo simpatico ragazzotto bussò sulla spalla di Mozilla Foundation dicendo "uè, guagliò,' zzostaiaffà? Phoenix sono io, non questa chiavica". A parte il fatto che avrei spiegato due cosine a Phoenix Technologies sul discorso chiavica (pesava 14mbyte, si caricava in un terzo del tempo e restava con la clessidra un quinto del tempo, rispetto a Interdet Exploder 4.0 per Windows 95)... non avevano tutti i torti.
"Vabbè... se non sarà fenice, lo chiameremo uccello di fuoco". Cioè Firebird.
Solo che per colpa di una azienducola chiamata Borland, un database server chiamato Firebird SQL esisteva già, in capo ad un progetto opensource. Quindi gli utenti di Firebird SQL bussarono sulla spalla della fondazione dicendo "uè, guagliò,' zzostaiaffà? Firebird siamo noi ed è il server SQL, fatti gli uccelli tua".
E sì... diventò Firefox per questo. L'anno prossimo, posto che ci arrivi, saranno 20 anni che lo 'scugnizzo tiene 'sto nome. Se l'è sudato...
In un mondo dove il 90% degli accessi ad internet avviene per grazia ricevuta da una azienda americana, finchè resterà in funzione questo tipo di progetti si potrà sperare che non ci sia un server di tracciamento pronto ad acchiapare il prossimo tap che facciamo sullo schermo del nostro smartphone, o il prossimo acquisto che facciamo su una piattaforma di streaming.
E intendiamoci, non vivo nel mondo delle favole o sono convinto di essere il duro e puro della libertà digitale. Uso servizi di Google, che ad ora è uno dei migliori servizi di posta al mondo, e sistemi operativi Microsoft. Sono troppo squattrinato e dubbioso per comprare hardware Apple, anche se l'ho già fatto.
Vi ricordate il paio di scarpe? Beh... credo non ne abbiate solo uno. Voglio dire... dalle ciabatte/babbucce per casa, agli scarponcini invernali, alle infradito estive, minimo 4 paia.
E potete avere, se vi va, un browser in più.
Da usare solo per alcun cosine, senza attaccarci tutti gli account che avete, senza permettere che vi inseguano, briciola dopo briciola, cookie dopo cookie, verso le prossime isole marittime o vette del mondo che volete visitare.
Un prodotto che se volete potete gestire voi. E non chi ve lo propina.
In ogni caso... happy surfing.
Magari non sarà esattamente il programma che avete aperto, magari lo state usando tramite un componente chiamato "engine di rendering", la cosa che trasforma la babele del codice HTML nelle pagine che vedete tutti i giorni. Ma di dritto o di rovescio, lo state usando, anche inconsapevolmente.
Cos'è un browser? Qualche anno fa ho usato questa analogia per spiegarlo ad una persona poco avvezza di internet.
In realtà fa tante, tante altre cose.E' il paio di scarpe che ti metti per uscire di casa ed andare nei posti dove vuoi andare. Con il vantaggio che... gli dici dove andare, e ti va a prendere quel che c'è in quel posto.
Vi tiene ordinati i siti. Vi ricorda dove siete stati e quando. Vi richiama le pagine. E se non siete come me, vi porge le chiavi per entrare nei posti dove è necessario mostrare un po' di sicurezza (username e password). Ma è anche in grado di raccogliere molte informazioni su di voi, su quel che fate, su che cosa guardate, sui vostri interessi. Vi può rendere rintracciabili. Vi può profilare. E raccontare a chi lo sviluppa, tante cose di quel che fate.
Attualmente il browser più usato al mondo si chiama Chrome. La maggior parte della proprietà intellettuale dello stesso è di Google, sussidiaria di Alphabet Inc. Una dei candidati (personale parere) a diventare l'incumbent di quel che esiste su internet, cioè... un obbligo. Parte del prodotto è pubblicato come codice sorgente libero ed accessibile, chi vi accede lo ricompila come Chromium, che in pratica è privo di tutti quei componenti che Google considera di valore e che rende quindi privati, non accessibili come sorgenti e coperti da brevetto.
Due browser internet su tre al mondo sono Chrome.
Al secondo posto, un prodotto di un'altra azienda statunitense. Safari empowered by Apple.
Empowered in quanto al momento di dover costruire da zero un internet browser (primi anni 2000) Apple s'è succhiata per intero il progetto KHTML su cui era/è basato Konquer, un componente del programma di interfaccia utente ora conosciuto come Plasma, lo ha re-ingegnerizzato denominandolo Webkit, e ponendolo come ossatura per Safari prima, per iTunes poi, e per altre cosine carine come iOS in seguito. Apple ha completamente predato il codice del progetto senza pagare un centesimo di dollaro. Scrivo predato e non rubato in quanto la licenza con cui è pubblicato KHTML è conosciuta come LGPL. E non c'entra con i gas di petrolio liquefatti.
Se un programma è pubblicato con licenza GPL, posso prenderne il codice, posso usarlo come voglio, ma ogni lavoro derivato devo ripubblicarlo come GPL, accessibile a chiunque e senza vincoli di copyright. Se un programma è pubblicato come LGPL, posso prenderne il codice, posso usarlo come voglio, posso migliorarlo e contribuire, ma se mi tira il bus del gnao di fare un prodotto da millemilapleuri non solo lo posso pubblicare, ma ogni modifica che faccio me la posso tenere solo per me. Non c'è niente di sbagliato, in ciò, è una licenza espressamente pensata per consentire alle aziende di creare prodotti su codice pubblico e liberamente disponibile. (Però fa capire come se definisco Apple una sanguisuga assetata di denaro e senza fondo... debbo chiedere scusa alla sanguisuga.
Due browser internet su cinque al mondo sono Safari.
Al terzo posto, un prodotto di un'altra azienda statunitense. (Sembra anche a voi un trend?) Edge, empowered by Google. No, non sono scemo.
Nella sua attuale incarnazione (la seconda, ed escludendo gli iCosi di Apple), Edge è basato su un componente (browser engine) conosciuto come Blink, che è alla base di Chrome. Vi ricordate Chromium? Vi ricordate quel che ha fatto Apple con KHTML? Più o meno, Microsoft ha fatto la stessa cosa, reimpacchettando Blink con cose come piacciono a lei e producendo un prodotto sottoponibile a copyright e di cui non è obbligata a pubblicare il codice sorgente.
Un browser internet su 25 al mondo è Edge
65+18+4 = 87. In internet, nove browser su dieci hanno dentro di loro grinfie di un'azienda statunitense.
Rimangono le briciole. Tra cui quelle del mio browser preferito. Un browser al mondo su trenta è Mozilla Firefox o ne usa i componenti.
Internet è una risorsa pubblica globale che deve rimanere aperta e accessibile
La sicurezza e la privacy di ogni persona su Internet sono prerogative fondamentali e non devono essere considerate facoltative
Queste tre frasi sono parte del manifesto della Fondazione Mozilla, ipersemplificano una serie di pensieri che raccontano come questa fondazione desidera che funzioni la risorsa condivisa conosciuta come Internet.ogni persona deve avere la possibilità di contribuire allo sviluppo di Internet ed essere l’artefice della propria esperienza online
(da qui in poi sono opinioni personali, prima quasi solamente fatti)
Ritengo la frontiera della libertà e della privacy personale come uno dei diritti inalienabili delle persone insieme all'integrità personale, alla libertà di pensiero e alla libertà di parola (che non significa dire quel pupazzo che ci pare, ma ci arrivamo poi). In questo momento storico, usare un browser internet significa nel 90% dei casi fornire a tre aziende ed ai loro collaboratori e clienti un pezzo importante della nostra vista, ma senza riceverne in cambio adeguato compenso, non per forza monetario.
A voi può andare bene e va benissimo così, poter scegliere è la base della libertà.
Per come la vedo io invece, alcune cose non dovrebbero poter essere possibili, e lasciare margine per questo ad una sola nazione nel mondo è... controverso.
La Mozilla Foundation rende disponibile il proprio prodotto e il codice in modo libero ed aperto. Chiunque può contribuire, chiunque può riutilizzarlo per farci qualcosa di meglio, infatti esistono diversi cloni basati sul codice dei vari "pezzi" di Mozilla.
Firefox ha avuto una storia travagliata. Infatti è al suo terzo nome.
In origine il nome era Phoenix, l'uccello che rinasce dopo un incendio dalle ceneri dello stesso. L'incendio è stato il fallimento di Netscape Communications, aiutato in larga parte dall'omaggio di Internet Explorer by Microsoft su Windows 95 e 98, le ceneri Netscape Navigator, erede del secondo browser internet al mondo, NCSA Mosaic. Phoenix Technologies, una azienda che produce BIOS, dopo aver letto di questo simpatico ragazzotto bussò sulla spalla di Mozilla Foundation dicendo "uè, guagliò,' zzostaiaffà? Phoenix sono io, non questa chiavica". A parte il fatto che avrei spiegato due cosine a Phoenix Technologies sul discorso chiavica (pesava 14mbyte, si caricava in un terzo del tempo e restava con la clessidra un quinto del tempo, rispetto a Interdet Exploder 4.0 per Windows 95)... non avevano tutti i torti.
"Vabbè... se non sarà fenice, lo chiameremo uccello di fuoco". Cioè Firebird.
Solo che per colpa di una azienducola chiamata Borland, un database server chiamato Firebird SQL esisteva già, in capo ad un progetto opensource. Quindi gli utenti di Firebird SQL bussarono sulla spalla della fondazione dicendo "uè, guagliò,' zzostaiaffà? Firebird siamo noi ed è il server SQL, fatti gli uccelli tua".
E sì... diventò Firefox per questo. L'anno prossimo, posto che ci arrivi, saranno 20 anni che lo 'scugnizzo tiene 'sto nome. Se l'è sudato...
In un mondo dove il 90% degli accessi ad internet avviene per grazia ricevuta da una azienda americana, finchè resterà in funzione questo tipo di progetti si potrà sperare che non ci sia un server di tracciamento pronto ad acchiapare il prossimo tap che facciamo sullo schermo del nostro smartphone, o il prossimo acquisto che facciamo su una piattaforma di streaming.
E intendiamoci, non vivo nel mondo delle favole o sono convinto di essere il duro e puro della libertà digitale. Uso servizi di Google, che ad ora è uno dei migliori servizi di posta al mondo, e sistemi operativi Microsoft. Sono troppo squattrinato e dubbioso per comprare hardware Apple, anche se l'ho già fatto.
Vi ricordate il paio di scarpe? Beh... credo non ne abbiate solo uno. Voglio dire... dalle ciabatte/babbucce per casa, agli scarponcini invernali, alle infradito estive, minimo 4 paia.
E potete avere, se vi va, un browser in più.
Da usare solo per alcun cosine, senza attaccarci tutti gli account che avete, senza permettere che vi inseguano, briciola dopo briciola, cookie dopo cookie, verso le prossime isole marittime o vette del mondo che volete visitare.
Un prodotto che se volete potete gestire voi. E non chi ve lo propina.
In ogni caso... happy surfing.