Troppo spesso vedo il preconcetto tale per cui "prodotto in un altro paese" = componente di minore qualità.
Non sempre è vero. Qui parliamo di SKF non di un produttore qualsiasi. Se proprio si vuole entrare nel merito della questione sarebbe almeno utile individuare lo stabilimento di produzione e verificare che vi siano degli standard di qualità (ce ne sono diversi) tipo normative
ISO 9001 (che sono internazionali) che sono una cosa molto seria. Sinceramente non avrei problemi ad acquistare un kit del genere anche se prodotto in "outsourcing" in quanto spesso il marchio e le certificazioni di cui gode possono rappresentare una garanzia, poi non penso che SKF che è un colosso di fama mondiale che produce componenti di una certa qualità vada a rovinarsi la reputazione con prodotti scadenti e fatti chissà dove.
Mi trovo in buona parte a dissentire.
Partiamo dalla base: "prodotto in un altro paese" = prodotto spendendo meno. Direttamente (minor costo di manifattura, minor costo di materie prime, minor ammortamento da eseguire, riduzione degli investimenti per avviare eguale produzione) o indirettamente (minori costi di sostituzione, logistica, legali, responsabilità o sistema di controll qualità).
Sulla nomativa
ISO 9001... da
Wikipedia italia. Se lo considerate affidabile.
La
ISO 9001 è la norma di riferimento per un'organizzazione che intenda pianificare, attuare, monitorare e migliorare sia i processi operativi che quelli di supporto, progettando e implementando il sistema di gestione qualità come mezzo per raggiungere gli obiettivi. Il cliente e la sua soddisfazione sono al centro della
ISO 9001; ogni attività, applicazione e monitoraggio delle attività/processi è infatti volta a determinare il massimo soddisfacimento del cliente (
e, se applicabile, utilizzatore finale). Le fasi di applicazione della norma partono dalla definizione delle procedure e registrazioni per ogni singolo processo o macro processo identificato all'interno dell'organizzazione aziendale.
Supersemplificando (e se qualche specialista di QC vuole redarguirmi, si accomodi): si è in grado di creare e monitorare processi aziendali, in modo tale da creare un sistema di qualità in grado di capire se il prodotto (o servizio) risponde alle aspettative, se lo fa con il tasso di successo atteso e cosa fare nel caso in cui non vi riesca, cercando di fare in modo che i
clienti dell'azienda siano contenti.
Ok. Ma i clienti di SKF siamo noi? No.
Sono i grossisti e commercianti di ricambi. E quale è il loro obiettivo? Il fatturato ed il margine. In seconda battuta, anche che la difettosità dei prodotti che vendono sia entro una tolleranza tale da non creare esborsi eccessivi (oltre il preventivato) o che si possa scaricare parte di questi esborsi sul fornitore del prodotto.
In termini
quantificabili (la qualità e la soddisfazione purtroppo... io ancora non ci ho trovato l'unità di misura...) quindi parliamo di difettosità, di durata minima, di rispetto dello standard del ricambio (riferimento alla normativa sulla concorrenza che ha preso il nome da Mario Monti) paragonabile all'originale in termini di tolleranze, precisione, resistenza ai carichi. E nel caso di un marchio, che sia sufficientemente spendibile presso il cliente per poter formire il ricambio ad un prezzo superiore al concorrente privo di marchio di pregio.
Per quanto io per primo ho le paturnie da marchio (se su scatola e ricambio c'è scritto un marchio piuttosto che un altro io sono più contento), di fatto i marchi sono... etichette per vendere meglio. Perchè dopo che il prodotto è studiato e fatto in casa, il primo obiettivo è quello di migliorarne il fatturato, il secondo aumentarne il margine, il terzo ridurre i costi.
Delegando:
chiedendo ai fornitori livelli di rispondenza agli standard e tassi di difettosità
concedendo ai clienti livelli di rispondenza agli standard ed altri tassi di difettosità
ed infine, fornendo licenza di costruire a terzi, obbligandoli a rispondenze di standard e di difettosità.
Nonostante Rhiag e Marelli producano comunque ricambi,
i marchi dei loro ricambi non sono tutti fatti da queste aziende, spesso sono acquistati "secondo capitolato o ceduti in appalto a terzi".
Un ultimo ricciolo per la soddisfazione dell'utente finale: entro una percentuale di guasti, il commerciante "paga" il ricambio nuovo che da' al cliente per poi vederselo scontato al primo ordine. In catena. Dal rivenditore finale, risalendo alla "casa madre".
Finito il pippone...
C'è a chi piace SKF più di altri marchi. Magari il produttore di alcuni particolari a marchio SKF è lo stesso che li fa per INA...