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- Mx-5 vspec 1.6 16v - 1991
Ciao a tutti ragazzi ultimamente sul forum leggo sempre più spesso di additivi, consumi, attriti e chi più ne ha più ne metta!
Volevo provare a fare un po' di chiarezza, prima di tutto cercando di conoscere in linea generale l'attrito e la lubrificazione in seguito poi parlerò degli additivi, attenzione niente marche o prodotti consigliati... soltanto le linee guida per poter capire se magari il prodotto che stanno cercando di venderci sia effettivamente utile o semplicemente una bufala colossale!
Allora incominciamo:
Attrito secco:
E' l'attrito che si verifica tra due superfici in assenza di lubrificazione, è dovuto principalmente alla rugosità dei due materiali, non dipende ne dalla velocità di strisciamento ne dalla pressione di contatto. Si tratta di una miriade di micro fusioni che vengono strappate e riformate, ovviamente funziona così sino a quando si riesce a smaltire il calore generato se non lo si smaltisce si giunge in breve tempo a grippaggi (In pratica le micro saldature di prima non sono più micro )
Attrito misto:
Si presenta quando la zona che striscia ha una lubrificazione insufficiente o incostante (ad esempio nel punto di contatto tra camme e bicchierino oppure le fasce elastiche al punto morto superiore) in sostanza ci sono aree lubrificate e aree che invece lavorano ad attrito secco.
Attrito idrodinamico:
Si ha in zone correttamente lubrificate, in pratica si crea uno strato d'olio che si interpone tra le parti che strisciano, che di fatto non toccheranno più tra di loro. In pratica abbiamo un attrito metallo-olio. Ha la caratteristica di asportare via calore, sempre che vi sia un ricambio continuo.
Volvente:
E' l'attrito tra corpi che rotolano (quello delle ruota in sostanza) ha la caratteristica di avere un attrito veramente basso, e necessita di pochissima lubrificazione.
Bene ora che abbiamo visto e capito cosa sono gli attriti possiamo arrivare al succo del discorso, i famosissimi additivi, qualcuno li spaccia come elisir miracolosi in grado pure di risolvere i guasti meccanici, altri fanno il giro dei ricambisti in cerca di qualche prodotto miracoloso che doni nuova vita al proprio motore spendendo a volte anche cifre importanti.
Partiamo dal fatto che ogni olio motore ha già degli additivi, scelti con perizia dai chimici per esaltare determinate caratteristiche, è qua probabilmente che troviamo delle differenze tra oli buoni e meno buoni, molte volte i progettisti si fanno lunghe chiacchierate con i fornitori per scegliere l'olio più adatto per il motore ed è per questo che è sconsigliabile sostituire l'olio della propria auto con tipi o marche diverse da quelli specificati dal costruttore, com'è sconsigliabile mischiare oli seppur con la stessa base e con la stessa viscosità perchè la loro mescolanza può provocare interazioni chimiche dannose per il comportamento del lubrificante.
Le percentuali degli additivi, tolti i correttori di viscosità che al massimo possono arrivare al 18% sono in genere compresi tra le poche unità percentuali e frazioni millesimali... i principali sono:
Oltre ai sopra citati additivi, troviamo gli unici due che consiglio seriamente o che comunque son sicuro siano inerti, sperimentati e soprattutto funzionanti: il Fullerene e il Teflon (PTFE).
Gli altri come i super sponsorizzati ceramici non sono in grado di realizzare ciò che promettono oppure presentano qualche incompatibilità con il lubrificante e quindi possono danneggiare il motore, per cui quando andate a scegliere l'additivo informatevi su come funziona e di cosa è composto.
Il Fullerene
il fullerene o c60 è un polimero inerte dalla forma di una quasi sfera composta da esagoni e pentagoni, ad ogni vertice di questo poligono troviamo un atomo di carbonio, in pratica immaginiamo queste piccole sfere in sospensione nel lubrificante che interponendosi tra le superfici rotolano trasformando l'attrito radente in attrito volvente, l'inconveniente è che va riaggiunto ad ogni cambio olio essendo sospeso in esso.
PTFE o meglio Teflon
il PolyTetraFluoroEthylene è un polimero scoperto circa negli anni 30. Esso è resistente al calore, ai solventi chimici, è inerte, e chimicamente stabile.
E' la materia plastica che ha il minor coefficiente di attrito conosciuto dall'uomo, da quando è stato scoperto è stato utilizzato per qualsiasi cosa, dalle padelle antiaderenti allo space shuttle.
Negli anni 70' è stato sperimentato con successo nel campo dei motori a combustione interna, riscontrando consumi minori del circa 4%.
La caratteristica di questo polimero che ha colpito i progettisti è che ad alti attriti rilascia un film spesso circa 0.2 – 0.3 µ che si aggrappa fortemente ai metalli rimanendoci a lungo, di conseguenza l'attrito rimane di tipo radente ma con coefficienti molto bassi. Di contro ricordo che questo è un solido per cui occhio a cosa prendete ho sentito di filtri dell'olio ostruiti da additivi al teflon di bassa qualità.
Bene questo è tutto spero di avervi schiarito le idee, mi scuso per essermi dilungato un po'.
Spero di aver fatto cosa gradita
Volevo provare a fare un po' di chiarezza, prima di tutto cercando di conoscere in linea generale l'attrito e la lubrificazione in seguito poi parlerò degli additivi, attenzione niente marche o prodotti consigliati... soltanto le linee guida per poter capire se magari il prodotto che stanno cercando di venderci sia effettivamente utile o semplicemente una bufala colossale!
Allora incominciamo:
Tali forze vengono comunemente denominate resistenze passive, in quanto capaci soltanto di opporsi al moto, ma non di produrlo. In sostanza negli attriti noi sprechiamo energia, che verrà dispersa nell'ambiente sotto forma di calore, l'unico modo per combatterlo è la lubrificazione anche se come vedremo questa non fa altro che trasformare un tipo di attrito in un altro senza eliminarlo. Esistono tanti tipi di attrito ma quelli che interessano a noi sono principalmente:Wikipedia ha scritto:In fisica l'attrito (o forza d'attrito) è quando le due o più forze d'attrito si generano sulla superficie di contatto tra gli oggetti e si oppongono al movimento.
- Attrito secco
- Misto
- Idrodinamico
- Volvente
Attrito secco:
E' l'attrito che si verifica tra due superfici in assenza di lubrificazione, è dovuto principalmente alla rugosità dei due materiali, non dipende ne dalla velocità di strisciamento ne dalla pressione di contatto. Si tratta di una miriade di micro fusioni che vengono strappate e riformate, ovviamente funziona così sino a quando si riesce a smaltire il calore generato se non lo si smaltisce si giunge in breve tempo a grippaggi (In pratica le micro saldature di prima non sono più micro )
Attrito misto:
Si presenta quando la zona che striscia ha una lubrificazione insufficiente o incostante (ad esempio nel punto di contatto tra camme e bicchierino oppure le fasce elastiche al punto morto superiore) in sostanza ci sono aree lubrificate e aree che invece lavorano ad attrito secco.
Attrito idrodinamico:
Si ha in zone correttamente lubrificate, in pratica si crea uno strato d'olio che si interpone tra le parti che strisciano, che di fatto non toccheranno più tra di loro. In pratica abbiamo un attrito metallo-olio. Ha la caratteristica di asportare via calore, sempre che vi sia un ricambio continuo.
Volvente:
E' l'attrito tra corpi che rotolano (quello delle ruota in sostanza) ha la caratteristica di avere un attrito veramente basso, e necessita di pochissima lubrificazione.
Bene ora che abbiamo visto e capito cosa sono gli attriti possiamo arrivare al succo del discorso, i famosissimi additivi, qualcuno li spaccia come elisir miracolosi in grado pure di risolvere i guasti meccanici, altri fanno il giro dei ricambisti in cerca di qualche prodotto miracoloso che doni nuova vita al proprio motore spendendo a volte anche cifre importanti.
Partiamo dal fatto che ogni olio motore ha già degli additivi, scelti con perizia dai chimici per esaltare determinate caratteristiche, è qua probabilmente che troviamo delle differenze tra oli buoni e meno buoni, molte volte i progettisti si fanno lunghe chiacchierate con i fornitori per scegliere l'olio più adatto per il motore ed è per questo che è sconsigliabile sostituire l'olio della propria auto con tipi o marche diverse da quelli specificati dal costruttore, com'è sconsigliabile mischiare oli seppur con la stessa base e con la stessa viscosità perchè la loro mescolanza può provocare interazioni chimiche dannose per il comportamento del lubrificante.
Le percentuali degli additivi, tolti i correttori di viscosità che al massimo possono arrivare al 18% sono in genere compresi tra le poche unità percentuali e frazioni millesimali... i principali sono:
- Detergenti (no niente sapone sono utilizzati per ridurre le morchie)
- Disperdenti (vengono usati per far si che eventuali liquidi non si mischino con il lubrificante)
- Anti usura e alte pressioni (Migliorano la resistenza alle pressioni del film d'olio)
- Antiossidanti (evitano il processo di ossidazione)
- Anticorrosivi e anti ruggine (diminuiscono l'aggresività del lubrificante verso i vari materiali)
- Correttori di viscosità (vengono appunto utilizzati per correggere la viscosità iniziale dell'olio)
- Promotori di scorrevolezza (aiutano a ridurre l'attrito)
- Antischiuma (evitano la schiuma)
Oltre ai sopra citati additivi, troviamo gli unici due che consiglio seriamente o che comunque son sicuro siano inerti, sperimentati e soprattutto funzionanti: il Fullerene e il Teflon (PTFE).
Gli altri come i super sponsorizzati ceramici non sono in grado di realizzare ciò che promettono oppure presentano qualche incompatibilità con il lubrificante e quindi possono danneggiare il motore, per cui quando andate a scegliere l'additivo informatevi su come funziona e di cosa è composto.
Il Fullerene
il fullerene o c60 è un polimero inerte dalla forma di una quasi sfera composta da esagoni e pentagoni, ad ogni vertice di questo poligono troviamo un atomo di carbonio, in pratica immaginiamo queste piccole sfere in sospensione nel lubrificante che interponendosi tra le superfici rotolano trasformando l'attrito radente in attrito volvente, l'inconveniente è che va riaggiunto ad ogni cambio olio essendo sospeso in esso.
PTFE o meglio Teflon
il PolyTetraFluoroEthylene è un polimero scoperto circa negli anni 30. Esso è resistente al calore, ai solventi chimici, è inerte, e chimicamente stabile.
E' la materia plastica che ha il minor coefficiente di attrito conosciuto dall'uomo, da quando è stato scoperto è stato utilizzato per qualsiasi cosa, dalle padelle antiaderenti allo space shuttle.
Negli anni 70' è stato sperimentato con successo nel campo dei motori a combustione interna, riscontrando consumi minori del circa 4%.
La caratteristica di questo polimero che ha colpito i progettisti è che ad alti attriti rilascia un film spesso circa 0.2 – 0.3 µ che si aggrappa fortemente ai metalli rimanendoci a lungo, di conseguenza l'attrito rimane di tipo radente ma con coefficienti molto bassi. Di contro ricordo che questo è un solido per cui occhio a cosa prendete ho sentito di filtri dell'olio ostruiti da additivi al teflon di bassa qualità.
Bene questo è tutto spero di avervi schiarito le idee, mi scuso per essermi dilungato un po'.
Spero di aver fatto cosa gradita