L'obiettivo della rete elettrica (una volta Enel, ora Terna) è quello di mantenere le caratteristiche della corrente entro gli standard, cioè.. più che i volt e gli ampere, gli
hertz tipici della nostra corrente elettrica, cioè 50; se c'è troppa corrente (meno consumo di quanto è prodotto), gli hertz aumentano, se ce n'è troppa poca (più consumo di quanto è prodotto), gli hertz diminuiscono. E il range è abbastanza stretto, anche se non ho mai saputo quanto.
Nel caso di un picco di disponibilità di energia, ci sono... delle priorità.
Cose che vengono scollegate dopo hanno maggiore priorità, cose che vengono scollegate prima ne hanno minore. E queste cose sono... la produzione. Una volta concentrata nelle centrali termoelettriche, idroelettriche e sino al 1987 anche un po' di nucleare, ora molto più distribuita, tra parchi eolici, campi fotovoltaici, fotovoltaico domestico, impianti geotermici, e secondo me sto scordando qualcosa.
E' capitato a chi era in visita in una diga idroelettrica ferma di sentire improvvisamente partire motori elettrici ed attivare le pompe. Cos'era successo? Si trattava di una delle tante dighe che in realtà non hanno il bacino a perdere, ma a recupero: il bacino a valle conteneva un discreto/abbondante volume di acqua uscita durante la fase produttiva che non era stata rilasciata verso il fiume. Tale acqua era a disposizione della diga che poteva ripomparla nel bacino, per accumulare energia. Secondo quanto raccontatomi, probabilmente da qualche parte non troppo distante un parco eolico era partito ricevendo vento e producendo energia, ed invece che scollegarlo, la rete ha deciso di utilizzare questa risorsa per non disperdere l'energia immessa.
Se quindi ci troviamo in un momento in cui tra sole, vento, mareggiate, geotermia si sta producendo più di quanto la rete richiede... e non la stiamo vendendo all'estero, in italia qualcosa viene scollegato perchè l'energia che immette non serve. O meglio, ha inferiore priorità rispetto ad altre fonti. Per pagare i vari "conti energetici" spesso si è scollegato o ridotto la richiesta dalle centrali termoelettriche, le uniche vere fonti d'energia "on demand".
Tra 5 anni e qualche milione di veicoli elettrici, magari durante il giorno l'eccesso di energia potrebbe finire delle auto, invece che lasciarla al sole, al vento, o ad altro. Non dico all'interno delle case perchè accumulino l'energia (non so se ci permetteranno mai di fare trading elettrico ogni ora, comprando a poco e vendendo a molto in base ai parametri dei prezzi orari), ma in ogni caso avere una migliore tecnologia di batterie e poter evitare di disperdere questo potenziale, magari trasformandolo in chilometri percorsi senza emissione di CO2 e di altri inquinanti, può essere una doppia vittoria. Meno inquinamento, meno idrocarburi comprati, gente che si muove, energia sfruttata (ovviamente anche più fatturato).
Ci saranno problemi per le reti? Beh, ci sono già.
Se avete sentito i problemi della siccità degli ultimi mesi, con l'aggravante che la nostra rete idrica è piuttosto un colabrodo, sappiate che pure la rete elettrica non è che sia perfetta, tra ammodernamenti da fare (innalzando i voltaggi), miglioramenti sulle dispersioni, sostituzione di conduttori con altri meno dispersivi ed a maggior capienza. Per non parlare degli impianti domestici e non che sono a volte da mani nei capelli. Sto seguendo uno studio nel trasloco, ho passato 30 ore in quell'ufficio negli ultimi 10 giorni e ogni volta che si accende qualcosa di più di 500w i neon tremano... Quanto son contento di non essere l'elettricista la' dentro.
Inoltre, se avete letto qui dentro lo psicodramma energetico di carica "voglio caricare
in fretta non voglio aspettare più di 5 minuti per avere il pieno" porta a rendere le cose ancora più complesse, visto che, gira e rigira, bisogna portare più corrente più velocemente nei punti di ricarica e...
buttarne parte in calore perchè la carica rapida scalda un botto. Incidentalmente, la mobilità elettrica sarà un ulteriore sprone per ridurre le problematiche della rete elettrica.
Spesso ho lasciato nel forum papiri come questo. Non che io sia un fan dell'elettrico, o contro allo stesso, cerco di
raccontare e
spiegare quanto conosco oltre il mal di pancia, anche se tutt'ora sto girando a
GPL. Le mie precedenti esperienze con metano, tempi di rifornimento "lunghi" (anche 15-20 minuti tra attesa e carica), attesa degli orari (una rottura, il self non mi costringe a fare il pieno quando pare all'operatore), l'autonomia limitata (a volte non più di 280-300km) mi fanno avere un orizzonte leggermente meno ristretto di chi ha infilato la pistola del carburante liquido tutta la vita. Quando voleva, come voleva, dove voleva (specialmente dove costava inutilmente un rene, AKA autostrada). E mi fanno (spero) percepire la cosa come...
differente.
Non posso ancora dire se sia meglio o peggio, dovrei provare un po' (sei mesi) per fornire un'esperienza. Che sarebbe la mia, dipendente anche dalle mie infrastrutture, dai miei percorsi, dall'auto che uso.
Però nei papiri cerco di spiegare ed informare, secondo il mio punto di vista, senza giudizi sommari, entusiastici o disfattisti.
Oggi e per i prossimi 18 mesi almeno comprare nuovo sarà un'impresa. Mi preparo a almeno 2 anni dove piangeranno costruttori, rete vendita, associazioni di categoria. Poi piangeranno gli altri: meccanici, gommisti, etc etc.
L'aumento del costo dei beni e dei servizi renderà comprimerà in modo sostanziale una domanda sostenuta, negli anni, da immissione di liquidità sul mercato, da incentivi, da contratti capestri per creare un debito da ripagare (auto a prezzo più basso con la finanziaria del costruttore), da contratti capestri creati per fornire flusso di cassa negli anni a venire (estensioni di garanzia subordinate al pagare servizi annualmente alla rete d'assistenza), a contratti pensati per posizionarsi a metà tra noleggio ed acquisto, pagando l'auto come acquisto ma vivendola come noleggio (il primo che ricordo in ordine cronologico è IdeaFord). Non è bello dirlo, ma il tempo della recessione è qui, perchè la crescita all'infinito non esiste e non può esistere il profitto continuo. Ma ovviamente sapete già chi pagherà la recessione...
Quindi il nuovo starà fermo, e tante cose salteranno. Come fanno a difendersi da questo i costruttori? Si ingrandiscono, fondendosi. Non sempre si finisce come GM (in bilico per decenni sul fallimento con Opel) o Chrysler (svenduta a
FCA dal governo USA), a volte si fa la fine di Stellantis.