Si, così pura da usare i motori Renault per far muovere le loro auto, a Nissan può fare solo bene l'unione di
Fca e Renault. Insieme si è più forti.
Insieme si è più forti fino a quando uno del gruppo non decide di cannibalizzare gli altri. E comunque per valutare quanto sta accadendo tra torino-parigi-tokyo bisogna metter da parte le vicende del mercato europeo, non è per "noi" che si giocano partite di questo genere.
Nissan è stata in pratica rilevata nel 2000 da Renault, che a sua volta è in pratica controllata dal governo francese, il tutto grazie alle quote azionarie ed ai diritti di veto in consiglio di amministrazione. Formalmente Renault Nissan e Mitsubishi formano un'alleanza nella quale i tre costruttori sono alleati, nella pratica sono i francesi a comandare in un intreccio di quote incrociate, con Renault che detiene il 43% di Nissan con diritto di voto, e Nissan che detiene il 15% di Renault ma senza diritto di voto.
Nissan nel 2000 era con le pezze al didietro, stavano raccogliendo i libri contabili per portarli in tribunale quando Renault ha bussato alla loro porta, ma dopo la cura Ghosn-Renault è diventata una miniera d'oro tanto da costituire la spina dorsale degli utili dell'alleanza: i 5-6 anni a cavallo del 2010 sono stati drammatici per Renault per una serie di motivi, e i francesi son rimasti in piedi grazie agli utili di Nissan: tuttora è Nissan a guadagnare bene nel gruppone, non i francesi che riescono invece a far benino con Dacia.
Le intenzioni di Ghosn, il capo dell'alleanza, erano quelle di portare Renault all'acquisizione completa di Nissan, ma così facendo si è messo contro il governo giapponese che ha tirato in piedi la farsa dell'arresto e di una detenzione ai limiti dei diritti umani: non che Ghosn sia innocente, percarità, ma nessun dirigente di Takata ha messo manco la punta dell'unghia del piede dentro una cella dopo aver di fatto mandato in bancarotta la più grossa azienda giapponese di componentistica automotive, nascondendo scientemente le problematiche agli airbag che hanno portato a morti, risarcimenti oltre ad una campagna di richiamo che dura da anni.
- Prodotto e purezza: Nissan, di Renault, prende i 1.5dci, francese dalla prima all'ultima vite, e se restiamo ai Dci, il 2.0, il 2.2 ed il 2.5 dei mezzi più grossi, si tratta di famiglie Nissan a volte riadattate in parte dai francesi. Il 1.6dci è stato fatto "a quattro mani", il basamento è quello del vecchio 1.9 francese mentre testata e distribuzione vengono da progetti giapponesi; non sembra ma i musi gialli ne sanno di nafta. In Europa, perciò, Nissan ha goduto nel poter usare i 1.5dci su un botto di loro modelli costruiti in UK, Micra, QQ, Juke, e gli ha fatto pure comodo un partner con cui sviluppare un signor 1.6 a nafta, ma i Navara hanno sempre montato dei diesel giapponesi anche se dietro veniva scritto dci.
Per i benzina, il travaso di tecnologia giap verso la francia è stato ancor più evidente, visto che l'ultimo motore tutto francese montato sulle Renault è il 1.2 16v delle Modus e Clio: il 3 cilindri 0,9l, i 4 cilindri 1.2, 1.4, 1.6tce, i 1.8 e 2.0 attuali vengono tutti da famiglie Nissan, presi come sono oppure rivisti più o meno pesantemente. Già l'Espace4 come montava il 3.5 v6 Nissan che muoveva diverse berline vendute negli States. Ora sono usciti i 1.3 della famiglia H (che quando Nissan si chiama HR), evoluzione dei 1.2 precedenti (da non confondere con i 1.2 della famiglia D) nella quale ha messo mano anche Mercedes. C'è poi la questione dei pianali, intendendo non solo la lamiera ma una quantità di sottosistemi e componenti comuni a più modelli: anche qui si parla di un progetto comune fra francia e giappone.
A Nissan non è detto che l'unione
FCA e Renault faccia bene, ci saranno diverse questioni da dirimere:
1) come dovrà essere trattata
FCA nell’ambito dell’alleanza, se avrà accesso alle tecnologie Jap come oggi ha Renault, elettrico e guida autonoma.
2) la competizione in Nord America, ove Nissan se la vede con Chrysler sul lato berline e con Jeep dal lato suv
3) il ruolo di Nissan con il 7,5% nell’azionariato dell’eventuale
FCA-Renault (ora è il 15% nell'azionariato di Renault).
4) l'accesso di
FCA a tecnologie comuni nell'attuale alleanza, come pianali e motori.
A renault farà bene, meno di
FCA ma comunque la sua posizione risulterebbe rafforzata anche in seno all'alleanza renault-nissan-mitsubishi
A
FCA farebbe molto bene dal lato produttivo, potendo verosimilmente disporre di pianali e sottosistemi per segmenti B e C che da sola non riuscirebbe a render sostenibili. Dal lato sociopolitico sarà tutta da vedere, le incognite sono veramente tante, me ne vengono in mente alcune:
- se verrà confermata la vox populi degli Agnelli in lento defilarsi da un business sempre più rischioso e sempre meno remunerativo, e quindi un passaggio più o meno lento in mani francesi;
- se il governo americano accetterà di veder ceduto un grosso marchio nazionale ad un'entità diretta dal governo francese
- se e come il governo italiano entrerà nelle contrattazioni (dalla parte francese lo stato è ufficialmente detentore di quote Renault) e cosa eventualmente dirà, anche se sinora i nostri eroi son sembrati più occupati a far campagna elettorale che non ad affrontare problemi come questo.
- cosa ne sarà degli stabilimenti italiani di FCA che, come visto sull'articolo di Bloomberg, viaggiano al 50% delle loro possibilità e, se non verranno riportati a livelli adeguati di produttività, verranno chiusi.
- cosa ne sarà dei vari marchi del gruppo fca perchè, se da una parte Ferrari, Jeep e RAM portano utili a bilici, dall'altra c'è Fiat con grossi problemi di prodotto in europa e pure in sud america (vendi poco e molto scontato), Lancia un morto che cammina, Alfa che avrebbe bisogno di prodotti nuovi (due segmento D non bastano), e che comunque non riescono ad inserirsi nei mercati mondiali che contano, USA e Cina.
- Va capito pure se nell'accordo rientrino anche voci che appaiono secondarie (ma non è detto che lo siano) e in che modo; penso alla galassia CNH, quindi Iveco, New Holland, FPT, Steyr e via dicendo, anche se questo punto in realtà potrebbe colpire solo di striscio il comparto automotive.
Di carne al fuoco ce n'è, e secondo me qui vediamo e pensiamo solo alla punta dell'iceberg.