Più economico che ambientale. Mo' provo di spiegarmi..
L'olio lubrificante usato è "inquinante". Tanto. Un litro d'olio motore può inquinare un milione di litri d'acqua di falda. Se dispersi in acqua, 4 litri di olio usato coprono abbondantemente un campo da calcio, renendolo inquinato.
E' da quasi 40 anni che esiste il consorzio degli olii usato, pagato in proporzione al volume di vendita dai chi commercia olio, al netto dei ricavi ottenuti dalla rivendita dell'olio rigenerato.
Se c'è tanto olio usato e c'è meno olio nuovo sul mercato, il primo costa meno. E se il consorzio fa profitti, costa meno a chi vende olio.
Va da sè che sfruttare l'olio usato per produrre nuovo lubrificante diventa un vantaggio tecnologico ed economico, per il produttore. Che accede prima alla materia prima da cui partire, se ha capacità tecniche può fare cose diverse, e magari abbatterei costi delle basi prese in raffineria di petrolio, specie nei "momentacci" in cui le quotazioni del petrolio vengono scambiate per l'Himalaya o l'Annapurna.
Inoltre... non è che si fa sempre e solo "top del top del top".
La raffinatezza di un 10W40 di 40 anni fa era superiore a quella attuale, nonostante le prestazioni di molto inferiori, visto che si usavano più basi petrolifere e meno basi rigenerate. Idem la raffinatezza di un 5W40, ormai diventato assieme al 5W30 il "grosso bersaglio" colpito da ogni marchio, a partire dai parvenu della raffinazione come i russi, passando ai commercianti della GDO.
La lotta tecnologica, la ricerca, il culmine della produzione tribologica ora è sugli 0W20, magari arriveremo al famigerato 0W16. Dove il velo di una sostanza molto poco oleosa deve restare appiccicato al metallo senza diventare troppo resistente ma anche senza togliersi di lì.
Mentre cerca di non farsi distruggere da temperature medie d'esercizio a dir poco sconosciute 10 anni fa.