- Auto
- Fiat Punto mk2 1.2 8V; Fiat Panda Lounge; 1.2 8v 69 CV 01/2017
Non guardo molto la TV, e in questi giorni sto seguendo, per la prima volta, "Affari a quattro ruote Italia", che probabilmente molti di voi già conosceranno.
Fatta salva la buona volontà di chi ha voluto creare una versione italiana dell' omonimo, glorioso, format britannico, non c' è piu' nulla da salvare.
Il simpatico ragazzotto biondovichingo ci mette tutto il suo, ma non è certamente all' altezza dell' equivalente britannico Ing. Edd China.
Le riprese degli interventi, già descritti molto superficialmente, sono sempre in movimento, e ricordano le scene claustrofobiche di "The Blair Witch Project".
Gli interventi sulle automobili sono quasi sempre di una banalità sconfortante: nella puntata di ieri sera, per esempio, il rifacimento degli interni di una vecchia Uno Turbo Iniezione, è consistito nello staccare gli adesivi "tamarri" dai sedili.
Gli interventi "tecnici", anche essi (quasi sempre) molto banali, sono descritti con faciloneria maccheronica.
Un esempio: due puntate di AQR, versione Italia e, subito dopo, nella stessa serata, la mitica versione, originale britannica.
Un carburatorista, anzianotto, va nell' officina del biondo vichingo per fare un intervento sul carburatore di un auto, porta con se un cacciavite, qualche chiave esagonale e qualche pinza. Descrive sommariamente il funzionamento di qualche elemento del carburatore, e poi si accomiata autolodandosi\autobrodolandosi, per quanto fosse bravo.
Nella puntata "inglese" immediatamente a seguire nella stessa serata, un giovane carburatorista inglese fa (quasi) lo stesso intervento su una macchina in cura all' ing. Edd China, e porta con se (o cmq usa) :
- Pistola stroboscopica;
- manometro per la pressione dei tubi carburante;
- misuratore flusso aria carburatore;
- e altre cosine belle...
In breve, dal punto di vista tecnico, la versione inglese batte quella italiana di parecchi punti.
Forse ci hanno azzeccato a mettere come "affarista" un napoletano, perché l' equivalente inglese Mike Brewer ha (forse per dovere di caratterizzazione del personaggio televisivo) un atteggiamento allegro e un po' sbruffone, tipico dei partenopei.
Fatta salva la buona volontà di chi ha voluto creare una versione italiana dell' omonimo, glorioso, format britannico, non c' è piu' nulla da salvare.
Il simpatico ragazzotto biondovichingo ci mette tutto il suo, ma non è certamente all' altezza dell' equivalente britannico Ing. Edd China.
Le riprese degli interventi, già descritti molto superficialmente, sono sempre in movimento, e ricordano le scene claustrofobiche di "The Blair Witch Project".
Gli interventi sulle automobili sono quasi sempre di una banalità sconfortante: nella puntata di ieri sera, per esempio, il rifacimento degli interni di una vecchia Uno Turbo Iniezione, è consistito nello staccare gli adesivi "tamarri" dai sedili.
Gli interventi "tecnici", anche essi (quasi sempre) molto banali, sono descritti con faciloneria maccheronica.
Un esempio: due puntate di AQR, versione Italia e, subito dopo, nella stessa serata, la mitica versione, originale britannica.
Un carburatorista, anzianotto, va nell' officina del biondo vichingo per fare un intervento sul carburatore di un auto, porta con se un cacciavite, qualche chiave esagonale e qualche pinza. Descrive sommariamente il funzionamento di qualche elemento del carburatore, e poi si accomiata autolodandosi\autobrodolandosi, per quanto fosse bravo.
Nella puntata "inglese" immediatamente a seguire nella stessa serata, un giovane carburatorista inglese fa (quasi) lo stesso intervento su una macchina in cura all' ing. Edd China, e porta con se (o cmq usa) :
- Pistola stroboscopica;
- manometro per la pressione dei tubi carburante;
- misuratore flusso aria carburatore;
- e altre cosine belle...
In breve, dal punto di vista tecnico, la versione inglese batte quella italiana di parecchi punti.
Forse ci hanno azzeccato a mettere come "affarista" un napoletano, perché l' equivalente inglese Mike Brewer ha (forse per dovere di caratterizzazione del personaggio televisivo) un atteggiamento allegro e un po' sbruffone, tipico dei partenopei.